Il fascicolo sanitario elettronico? Un italiano su tre sa cos’è, ma in pochi lo hanno visto. La cartella clinica elettronica? Si comincia ad affermare. La ricetta dematerializzata? Dopo tante preoccupazioni, gli italiani la utilizzano in tre casi su quattro.
Cresce la sanità digitale: il 24% degli utenti prenota online visite ed esami, il 15% consulta documenti clinici. Le ricette dematerializzate sono ormai sette su dieci. E oltre la metà dei medici di Medicina Generale usa WhatsApp per comunicare con i pazienti. Qualche miglioramento, pertanto, si comincia a vedere, come mostra una ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano appena presentata.
In un contesto che vede una spesa sanitaria tra le più basse d’Europa (3.077 dollari per abitante contro i 3.453 della media europea, a pari capacità di spesa) e un costo reale destinato a crescere nel futuro, gli investimenti per la digitalizzazione della Sanità italiana nel 2015 si attestano a 1,34 miliardi di euro, pari all’1,2% della spesa sanitaria pubblica, circa 22 euro per abitante, mostrando una sostanziale stabilità rispetto al 2014 (1,37 miliardi di euro).
Nel dettaglio, 930 milioni di euro sono stati spesi dalle strutture sanitarie, 320 milioni dalle Regioni, 70 milioni dai 47mila Medici di medicina Generale e 18 milioni direttamente dal Ministero della Salute. Nel 2015 è stato dematerializzato il 40% dei referti e il 9% delle cartelle cliniche. Il 16% dei referti è stata consegnata online al cittadino mentre le prenotazioni e i pagamenti effettuati via web sono rispettivamente, il 12% e l’8% del totale. Segnali positivi arrivano dai cittadini, che hanno incrementato l’utilizzo di servizi sanitari online rispetto a quanto rilevato lo scorso anno.