In Italia la sanità digitale avanza, ma tra entusiasmo e lacune c’è ancora molta strada da fare. È quanto emerge dalla prima indagine del Fo.N.Sa.D., il Forum Nazionale della Salute Digitale, presentata a Roma alla presenza di istituzioni, professionisti e esperti di innovazione tecnologica.
La ricerca, condotta su 1.144 operatori sanitari tra medici di medicina generale e specialisti, mostra come la maggior parte degli Hcp sia favorevole all’adozione del digitale, con particolare interesse per telemedicina e gestione dati. Tuttavia, solo una minoranza utilizza strumenti più avanzati come l’intelligenza artificiale, percepita ancora come distante dalla pratica clinica.
I principali ostacoli segnalati sono la mancanza di formazione (46% dei Mmg e 40% degli specialisti), problemi tecnici legati a software e infrastrutture e una certa resistenza al cambiamento tra colleghi e pazienti. Il ministro della Salute Orazio Schillaci sottolinea l’importanza della formazione: grazie agli investimenti del Pnrr, 2.500 professionisti del Ssn hanno già beneficiato di percorsi dedicati.
Per i Mmg la priorità è la semplificazione e l’educazione digitale, mentre gli specialisti richiedono strumenti tecnici più adeguati. Nonostante le difficoltà, circa l’80% degli Hcp prevede che entro tre anni il digitale sarà parte integrante della pratica clinica.
Il Fo.N.Sa.D., insieme ai partner tecnici Homnya, Inrete e Summeet, continuerà a coordinare attività e strategie per accompagnare la transizione verso una sanità più efficiente, sicura e tecnologicamente avanzata, ponendo l’attenzione su formazione, infrastrutture e governance digitale.