Nei giorni scorsi, Domenico Bennardi, Sindaco di Matera, si è rivolto con una lettera aperta direttamente al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per impedire il pesante ridimensionamento dell’ospedale Madonna delle Grazie. Abbiamo chiesto direttamente a lui motivazioni e obiettivi della coraggiosa iniziativa, corroborata anche da un’incisiva azione mediatica.
Com’è nata e perché questa scelta?
La preoccupazione che a una comunità possa venire meno una garanzia costituzionale, quale il diritto alla salute, per un Sindaco rappresenta un dovere prima ancora che una legittimazione. Proprio in questi giorni, aprendo i lavori dell’Assemblea dell’Anci, il presidente Decaro ha usato un’espressione che ritengo particolarmente significativa, soprattutto in questa fase: la sorte dei Comuni non può essere quella di ritrovarsi a dover raccogliere le macerie sociali e morali causate, aggiungo io, da altrui distrazioni o strabismi che portano a trasferire servizi e funzioni da un territorio all’altro. Nel momento in cui il primo cittadino ricorre a iniziative ‘coraggiose’, vuol dire che tutti gli altri tentativi non sono stati abbastanza efficaci da produrre risultati significativi. E’ una vicenda, quella del riordino sanitario, che si trascina ormai da anni; nel frattempo ci sono state manifestazioni civiche, petizioni popolari, interventi dei sindacati e delle forze sociali, dell’ordine dei medici, fino al monito dell’arcivescovo di Matera-Irsina: nulla di tutto questo ha potuto scalfire l’atteggiamento del presidente della Regione e la sua Giunta. Poiché resto sempre convinto che il dialogo e la collaborazione tra istituzioni siano sempre la via maestra, ho ritenuto giusto e necessario rivolgermi al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte. Allo stesso tempo, avverto l’esigenza della comunità materana di esprimere, ancora una volta, un fortissimo dissenso rispetto al riordino del Sistema sanitario regionale così pesante ed iniquo. E siccome la diffusione del Covid non consente di riunirsi fisicamente, lo facciamo attraverso i social network, pubblicando le foto con l’hastag dedicato: #curiamoci di Matera significa preoccuparsi del diritto alla salute e alle cure, avere a cuore il futuro del nostro territorio.
Cosa si aspetta dal Presidente del Consiglio?
Scrivere al presidente del Consiglio vuol dire fare in modo, o perlomeno auspicare, che l’appello accorato lanciato dal Sindaco a nome di tutti i cittadini possa essere colto ad ogni livello. Tra l’altro, il ridimensionamento dell’Azienda sanitaria locale avviene proprio nel mezzo di un’emergenza che richiede di potenziare le strutture ospedaliere e che sta costringendo tutti a riflettere sul fatto che i tagli alla sanità siano costati molto di più di quanto, invece, si pensava di risparmiare. Ritengo che il Governo abbia la sensibilità giusta per affrontare la vicenda dell’ospedale Madonna delle Grazie attraverso i canali di dialogo istituzionale con la Regione Basilicata.
Come si presenta la situazione sanitaria del suo Comune, in particolare sotto il flagello della pandemia?
Matera era uscita dalla prima ondata della pandemia meglio di altri territori: con un numero limitato di casi e con la diffusione del virus che si è arrestata prima che altrove. La seconda ondata, invece, ha avuto un impatto decisamente più forte. C’è stato un trend in aumento dei casi che è durato per tutto il mese di novembre, con l’aumento considerevole dei pazienti ricoverati in ospedale. Nel frattempo, anche dalle denunce delle organizzazioni sindacali, non risulta che siano stati adottati interventi seri ed efficaci per garantire al meglio la sicurezza del personale e la tutela della salute dei cittadini. L’Amministrazione comunale, invece, si è trovata ad affrontare l’emergenza sin dal suo insediamento, avvenuto lo scorso mese di ottobre. Abbiamo messo in campo tutte le misure opportune e idonee a garantire la sicurezza, lavorando incessantemente e su diversi fronti: con l’attuazione delle misure di controllo e di contenimento, con l’analisi statistica della diffusione del virus per fasce di età e quartieri cittadini, individuando i Covid hotel per i pazienti positivi asintomatici che non necessitano di assistenza ospedaliera; abbiamo chiuso i parchi e i giardini comunali; limitato gli accessi al mercato settimanale; ridotto gli orari di apertura dei negozi self service; disciplinato gli accessi in municipio…Ogni nostra azione è stata fatta sulla base dell’analisi dei casi e del buon senso.
Quali, a suo parere, le motivazioni che hanno spinto la Regione Basilicata ad adottare le decisioni che lei stigmatizza?
Il riordino del sistema sanitario regionale, anziché rispondere alle sollecitazioni del Governo per renderlo più efficiente, è carente e irrazionale in quanto non affronta le debolezze endemiche della sanità lucana, sottrae autonomia al Madonna delle Grazie, inglobandolo nel San Carlo di Potenza. In definitiva, è un disegno di accentramento della sanità lucana: un’azienda ospedaliera nel capoluogo di Regione e un’azienda territoriale a Matera, dove, a partire dal 1° gennaio prossimo, vengono soppresse la Chirurgia Vascolare, la Chirurgia Plastica, la Geriatria, mentre molte altre strutture semplici dipartimentali saranno declassate. Si tratta, evidentemente, di strabismo da accentramento di funzioni a Potenza, con tutti i guasti che la cosa continua a comportare. L’ospedale di Matera viene svuotato di funzioni, con una riduzione di capacità organizzative e decisionali.
Intende coinvolgere in questa battaglia altri Comuni della Regione?
Ho ricevuto molte attestazioni di solidarietà e di sostegno. Tutti i sindaci della provincia di Matera che fanno parte del territorio dell’Asm sono coinvolti in questa battaglia. Il primo dicembre scorso si è tenuta la Conferenza dei sindaci che ha assunto una posizione molto netta e forte nel chiedere alla Regione Basilicata un percorso inverso, di miglioramento della qualità e della quantità delle prestazioni sanitarie erogate.
Qual è la posizione di Anci Basilicata su questa complessa materia? Ha avuto un supporto dall’Associazione nella sua battaglia?
L’Anci di Basilicata ha preso parte alla Conferenza dei sindaci condividendo le decisioni assunte dai sindaci di tutta la provincia di Matera, in quanto si tratta, evidentemente, di una vicenda che non ha una connotazione politica. Proprio per questa ragione, il 27 novembre scorso l’intero Consiglio comunale, senza alcuna distinzione, si è ritrovato unanime e concorde sulle azioni da mettere in atto per evitare il ridimensionamento dell’ospedale, investendo il sindaco della responsabilità di assumere ogni iniziativa. Trovo che questo sia un fatto estremamente positivo, un segnale di unità che raccoglie l’istanza dei cittadini.