Con l’approvazione di questo documento si chiude nel Parlamento italiano una prima fase di un percorso avviato un anno fa con l’adozione del Manifesto Anci sulla Salute nelle Città, e poi proseguito in Europa con la mozione approvata dal Comitato delle Regioni sullo stesso tema. Inizia adesso una nuova sfida per i Comuni e le città e l’Anci vogliono essere protagonisti anche in Europa, avendo gli strumenti normativi, per riportare il tema della salute al centro dell’agenda politica nazionale ed europea”. Lo ha affermato il vice presidente vicario dell’Anci e sindaco di Valdengo, Roberto Pella partecipando alla presentazione alla stampa della risoluzione approvata alla unanimità, con parere favorevole del governo, dalla Commissione Affari Sociali e Sanità della Camera sul tema della Salute nelle città.
Ad illustrare il documento, che impegna il governo ad adottare misure per lo sviluppo di politiche per la salute nelle aree urbane del Paese, in una conferenza presso la Sala Stampa di Montecitorio, erano presenti anche Daniela Sbrollini vice presidente della Commissione e prima firmataria della risoluzione ed Andrea Lenzi, coordinatore del City Health Think Tank.
“Il presidente della Commissione Ue Juncker ha lanciato l’idea di fare proprio del welfare la quarta gamba della ‘nuova costruzione’ europea puntando forte su questo tema per il secondo semestre del 2017”, ha osservato Pella. Proprio per tale motivo, “i Comuni devono cogliere il senso di questa opportunità che darà al nostro Paese l’occasione per rilanciare l’idea di una Europa integrata che nasca dai temi più vicini ai cittadini, come la salute dei cittadini”. “E’ una sfida che come Anci siamo pronti a cogliere: proprio in questi giorni invieremo – ha ribadito il vice presidente – una lettera, firmata da numerose istituzioni fondazioni ed associazioni, che vuole richiamare l’attenzione dei sindaci a mettere in atto politiche urbane che abbiano come priorità la salute dei cittadini, ad impegnarsi nel prevenire le malattie croniche non trasmissibili, ad attivarsi nel creare reti di collaborazione pubblico privato che possano fronteggiare l’allarme per i grandi insediamenti urbani, dove si concentra quasi un terzo delle persone con problemi di diabete ed obesità”.