Nel frangente più difficile per il suo mandato e per la Giunta che dirige, con lo spettro incombente dell’arresto di Raffaele Marra, il Sindaco di Roma Capitale svela i dati raggelanti delle municipalizzate. Pratiche di condono rimaste inevase, centinaia di milioni di multe che non sono state lavorate, canoni di locazione e concessione in ritardo cronico: in 30 anni negli scantinati del Campidoglio si sono accumulati oltre 200mila faldoni. “Se venissero messi in fila uno dopo l’altro coprirebbero uno spazio di 66 chilometri pari all’intera tratta del Grande raccordo anulare. Bisogna partire da questa fotografia per capire gli “sprechi incredibili”, i “numeri terrificanti” e “la tanta polvere nascosta sotto al tappeto”. E’ l’amaro commento di Virginia Raggi che ha avviato “un’operazione verità” sulla situazione tragica delle società di servizi controllate dal Campidoglio.
Una galassia di oltre 40 aziende partecipate, 47mila dipendenti, un deficit che vale 823 milioni di euro l’anno e perdite economiche per circa 440 milioni di euro negli ultimi tre anni. “Si tratta soltanto di una prima ricognizione che permette, però, di avere una visione chiara del disastro che ci hanno lasciato – ha aggiunto la Raggi – L’opera che ci attende farebbe tremare i polsi a qualsiasi amministratore, ma ci trova pronti e determinati. Su queste macerie proveremo a ricostruire un futuro per i lavoratori e per i cittadini”.
Raggi e i suoi collaboratori hanno preparato un piano per le partecipate che punta a recuperare 70 milioni una tantum e almeno 90 milioni l’anno a partire dal secondo anno di riorganizzazione. Un piano che parte dall’ efficientamento e dalla razionalizzazione di attività e servizi comuni a più partecipate; la riduzione degli interessi passivi, a regime, dall’attuale tasso medio del 5,4% a circa 2% massimo; il recupero dell’evasione su Tari e biglietteria Atac; la digitalizzazione dei fascicoli, la verifica e aggiornamento dei canoni di concessione e locazione (con arretrati pluriennali) di 800 immobili del patrimonio indisponibile in concessione, 900 immobili del patrimonio disponibile in affitto e circa 28.000 alloggi di edilizia residenziale pubblica; l’accelerazione delle oltre 190.000 pratiche di condono edilizio (arretrati dal 1985); permessi, a costruire, affrancazioni e convenzioni.
Tuttavia, “la vera malata” tra le società partecipate è l’Atac, dove c’è una stima prudenziale dell’evasione tariffaria del 25%. “Abbiamo ereditato il non adeguamento di tutti i mezzi operativi – ha denunciato l’asessore Colomban – il 30% andrebbe rottamato e c’è un altro 20% che si rompe costantemente. Questo è il vero problema per ristrutturare l’Atac. Servirebbe 400 milioni per adeguare il parco mezzi, per questo è illusorio pretendere che in sei mesi riuscissimo a dare un servizio come quello di Milano, non avendo né i mezzi né le risorse per farlo”.
Sull’Ama, dove i romani pagano una tariffa decisamente più elevata rispetto ai milanesi (+24%) a fronte di una raccolta differenziata di 10 punti inferiore, Raggi ha chiarito che “siamo già impegnati da tempo nell’opera di risanamento e voglio chiarire che le dimissioni dell’assessora allo Sviluppo Ambientale, Paola Muraro, non rallenteranno il rinnovamento iniziato proprio grazie al suo impegno nei mesi scorsi. E’ questo il motivo per il quale ho deciso di assumere le deleghe all’Ambiente in prima persona: dare continuità. Ama deve tornare a essere completamente al servizio dei cittadini e superare le difficoltà che hanno impedito ai suoi dipendenti di svolgere efficientemente il proprio lavoro, e ai cittadini di fruire di prestazioni degne di una capitale europea. Nel nostro progetto l’azienda deve garantire una raccolta differenziata puntuale, assicurare un servizio che rispecchi le esigenze specifiche e differenti di ogni territorio, introdurre meccanismi premiali nei confronti degli utenti virtuosi attraverso la modulazione della tariffa”.