Il sistema delle Conferenze (Stato-Città, Stato-Regioni e Unificata) assicura trasparenza, capacità di comunicazione e confronto tra autonomie territoriali e governo e soprattutto consente un pieno dibattito sulle questioni centrali che riguardano gli enti locali. Per questo il nuovo Senato non è sostitutivo al sistema delle Conferenze ma complementare ad esso, per un continuo e condiviso confronto tra poteri centrali e locali, garantito fino ad oggi dall’attuale sistema di concertazione. E’ questa, in sintesi, la posizione espressa oggi dall’Anci nel corso dell’audizione presso la commissione parlamentare per le Questioni Regionali, che ha ascoltato l’Associazione in merito all’indagine conoscitiva sul sistema di concertazione enti locali-Stato centrale.
“L’attuale sistema delle conferenze – ha spiegato il vicepresidente Matteo Ricci che ha guidato la delegazione Anci – garantisce un corretto rapporto tra esecutivi e quindi non è alternativo al nuovo Senato delle autonomie, cui spetterà esprimere la rappresentanza politica dei territori. Allo stesso tempo, però, riteniamo che il sistema attuale di concertazione possa e debba essere riformato e snellito ma è di certo un luogo efficace di confronto sano tra gli esecutivi locali e centrali. Inoltre – ha continuato Ricci – il Senato non avrà competenze su tutte le materie di interesse degli enti locali come ad esempio la Legge di Stabilità, che dopo la riforma sarà votata solo dalla Camera ma che rappresenta uno dei tavoli principali di confronto all’interno delle Conferenze”.
Il vicepresidente Anci ha poi rimarcato come “quasi mai, in questi anni, le Conferenze sono state ‘arena politica’, conservando il ruolo importante di confronto istituzionale per il Paese”. Sempre in tema di Senato, il sindaco di Pesaro ha anche voluto ribadire “l’appoggio convinto dei sindaci al processo di riforma del bicameralismo che renderà le istituzioni più moderne ed efficienti anche se – ha evidenziato – avremmo preferito più sindaci e meno consiglieri regionali nel nuovo Senato. Questo per garantire una rappresentanza più adeguata ed effettiva del Paese, che si sarebbe potuta avere con l’elezione contemporanea dei sindaci dei capoluoghi nel nuovo Senato”.