Il nostro Paese conta oggi un esercito di malati cronici. Quasi quattro italiani su dieci, circa 23,6 milioni di pazienti vanno molto spesso dal medico per farsi prescrivere farmaci e questo comportamento costituisce un peso gravoso per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. La causa è riconducibile ai cattivi stili di vita, ai ritardi nella prevenzione e anche all’invecchiamento della popolazione. Aumenta anche il divario Nord-Sud in termini di assistenza sanitaria e accesso al Ssn, con riflessi pesantissimi anche sull’aspettativa di vita.
Questa la fotografia scattata dal Rapporto Osservasalute 2016, illustrato all’Università Cattolica di Roma alla presenza del ministro Lorenzin.
Il Sud – denuncia l’indagine – dispone di minori risorse economiche, è gravato dalla scarsa disponibilità di servizi sanitari e di efficaci politiche di prevenzione. Questa disparità di accesso all’assistenza si riflette in modo sempre più evidente sulla salute delle persone: al Sud è molto più alta la mortalità prematura sotto i 70 anni di vita, indicativo secondo l’OMS dell’efficacia dei servizi sanitari. Una popolazione sempre più vecchia, con diminuzione di nascite sotto il tasso di sostituzione, ma si riduce il numero dei centenari. E se il miglioramento degli stili di vita, anche se timido, è incoraggiante, sono in aumento i consumatori di alcolici.
Gli altri elementi evidenziati nel Rapporto riferiscono di una realtà italiana alle prese con una popolazione sempre più vecchia, con diminuzione di nascite sotto il tasso di sostituzione. Gli stili di vita non migliorano, mentre peggiora la prevenzione.
Il Rapporto è frutto del lavoro di 180 ricercatori distribuiti su tutto il territorio italiano che operano presso Università e numerose istituzioni pubbliche nazionali, regionali e aziendali (Ministero della Salute, Istat, Istituto Superiore di Sanità, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Nazionale Tumori, Istituto Italiano di Medicina Sociale, Agenzia Italiana del Farmaco, Aziende Ospedaliere e Aziende Sanitarie, Osservatori Epidemiologici Regionali, Agenzie Regionali e Provinciali di Sanità Pubblica, Assessorati Regionali e Provinciali alla Salute).