Il Sindaco di Procida, Raimondo Ambrosino, firma il Patto di Amicizia già sottoscritto dai Sindaci di Ventotene, Gerardo Santomauro, Lampedusa-Linosa, Totò Martello, e di Retymno (Creta) per costituire la Rete dei Comuni delle isole europee del Mediterraneo. Per l’occasione i tre sindaci italiani si sono incontrati, da remoto, nel corso della manifestazione pubblica organizzata, ieri, a Procida dall’assessore procidano Antonio Carannante e da Renato Di Gregorio, delegato del Comune di Ventotene per il progetto Europa. Ambrosino, si legge in una nota del Comune campano, ha condiviso con i suoi due colleghi l’opportunità di fare Rete ricordando che proprio “la Rete” è servita per ottenere il riconoscimento a Procida di Città italiana della Cultura 2022.
Santomauro ha sottolineato l’importanza di quella parte di Rete costituita da Ventotene, Ponza, Ischia e Procida che consente di “collegare, via mare, l’aeroporto di Fiumicino con quello di Capodichino, consentendo così una circolazione via mare anziché via terra. Naturalmente – ha aggiunto – dovremo tutti assieme spingere la ricerca per consentire la produzione di imbarcazioni a propulsione “ad idrogeno”, a costi più bassi e ad inquinamento minore”.
Martello, dal canto suo, ha invitato i colleghi a sviluppare assieme strategie comuni e a diventare interlocutori attivi di Regioni e Governo, considerando le problematicità che avvertono tutte le isole circa alcuni temi come la gestione della salute, delle Scuole, dei rifiuti, delle risorse idriche, della mobilità e dello spopolamento. Carannante, invece, ha avanzato l’ipotesi di un’alleanza larga tra le isole e i borghi delle Aree interne per rappresentare bisogni comuni che il Governo dovrebbe affrontare con stanziamenti ad hoc pianificati secondo una condivisione sulle strategie d’intervento.
Per Di Gregorio, intanto, sarà possibile lavorare su progetti condivisi tra i Comuni che hanno stretto il Patto scambiandosi le “best practice”, aiutandosi ad affrontare problemi comuni e mettendo in campo una capacità progettuale che ciascun Comune, da solo, non può garantire. Il primo progetto su cui lavorare sarà quello della valorizzazione dei due carceri borbonici, quello di Procida e di Ventotene, che seppure di origine e fattura opposti possono sviluppare una accoglienza simile e integrata. A Ventotene, sull’isolotto di Santo Stefano, vi è una struttura progettata e realizzata per svolgere la sua funzione di vero e proprio carcere. A Procida ci si trova di fronte, invece, a una struttura pensata e costruita come un palazzo nobiliare, Palazzo D’Avalos, usato poi come reggia e solo dopo adattato a carcere. In entrambi i casi si registra però una crescita esponenziale delle visite turistiche e una consapevolezza delle comunità locali di possedere un bene da proteggere, non da snaturare o trasformare, ma mostrare in tutta la sua essenza storica e architettonica.