Due anni dopo l’entrata in vigore del GDPR sulla privacy l’Unione europea fa il punto della situazione e tira le somme con alcune raccomandazioni. Da quando è diventato operativo, il regolamento europeo per la protezione dei dati personali ha raggiunto la maggior parte dei suoi obiettivi e si è dimostrato flessibile durante la pandemia rispetto all’uso di app di tracciamento. E’ quanto sottolinea la Commissione Ue in occasione della pubblicazione del rapporto di valutazione. Restano però alcune sfide da affrontare – avverte però l’organo esecutivo dell’Unione – prima di tutto quella di evitare un approccio frammentato nella sua applicazione da parte dei singoli Paesi – e aggiunge – Occorre inoltre assicurare il diritto alla portabilità dei dati, monitorare il trasferimento di dati oltre i confini Ue e l’applicazione del Gdpr alle nuove tecnologie.
“Il regolamento europeo di protezione dei dati è diventato una bussola per guidarci attraverso la transizione digitale ponendo l’uomo al centro ed è un pilastro importante su cui stiamo costruendo altre politiche, come la strategia dei dati o il nostro approccio all’intelligenza artificiale”, commenta la commissaria Ue per la trasparenza, Vera Jourova, presentando il rapporto. “Il nostro approccio si basa sui diritti fondamentali, non è lasciato alle logiche di mercato come negli Usa o alla supervisione dello stato come in Cina – spiegato Jourova – Ma dobbiamo continuare il lavoro per rendere il Gdpr all’altezza del suo pieno potenziale “.
L’armonizzazione tra gli Stati membri è comunque in aumento. Secondo la relazione, le imprese stanno sviluppando una cultura della conformità degli standard e utilizzano sempre più una forte protezione dei dati come vantaggio competitivo. Tra il 2016 e il 2019 si registra un aumento del 42% del personale e del 49% nelle risorse destinate alle autorità nazionali per la protezione della privacy. Inoltre, secondo le stime dell’Agenzia Ue per i diritti fondamentali (Fra), gli europei sono diventati più consapevoli dell’importanza della protezione dei propri dati personali: il 70% dei cittadini ha sentito parlare del Gdpr e ha iniziato di conseguenza a esercitare i propri diritti di autotutela.