Siamo molto soddisfatti perché finalmente, dopo tanti anni, questa proposta di legge ha trovato uno sbocco definitivo”, queste le dichiarazioni del coordinatore nazionale piccoli Comuni Anci, Massimo Castelli, in seguito all’approvazione da parte della Camera della proposta di legge sullo sviluppo dei piccoli Comuni. “E’ – ha sottolineato – un buon provvedimento che può essere migliorato in alcuni passaggi, ma che ora va arricchito con contenuti trasversali che arrivano da altre leggi”. Il testo, rimasto incardinato a Montecitorio per quasi tre anni, deve ora passare all’esame del Senato per l’approvazione definitiva.
“E’ una legge importante – spiega Castelli – perché fissa il principio basilare che i piccoli Comuni hanno bisogno di politiche differenziate e di sostegno. Il che per noi vuol dire fiscalità differenziata, semplificazioni ed agevolazioni per consentire alle piccole comunità di sopravvivere e dare proprio contributo al sistema Paese”.
Secondo il coordinatore Anci, “questa legge si lega fortemente all’appello che con il presidente Fassino abbiamo lanciato al premier Renzi chiedendo politiche di accompagnamento di questo processo di sostegno”. Il tutto “partendo dal presupposto che i piccoli Comuni amministrano il 52% del territorio mentre paradossalmente sul loro territorio abitano solo 10 milioni di cittadini”. E soprattutto, aggiunge Castelli il testo “ci aiuterà a portare avanti il nostro progetto di controesodo per riportare le popolazioni nei territori che sono a rischio desertificazione e marginalità”.
Quanto ai suoi contenuti l’esponente Anci osserva: “La legge fissa dei principi importantissimi dal punto politico, ma nell’articolato si può modificare qualcosa in particolare sul tema della fiscalità differenziata, che riteniamo lo strumento principe con cui favorire il controesodo verso le aree interne, proprio dove si trovano il maggior numero di piccoli comuni”. “E’ un po’- conclude Castelli – come una legge quadro, ora ci vogliono politiche mirate per i piccoli Comuni”.