Il tema previdenziale torna al centro dell’agenda politica: il ministro del lavoro Poletti è pronto ad illustrare ai sindacati l’Ape, l’ipotesi di flessibilità in uscita che consentirebbe la pensione anticipata con penalità. E contestualmente il premier Matteo Renzi torna sulla possibilità di estendere il bonus da 80 auro anche ai pensionati, soprattutto sugli assegni più bassi.
LE PENALIZZAZIONI
I tecnici di Palazzo Chigi stanno mettendo a punto un piano per rendere flessibili le uscite verso le pensioni. La possibilità dell’anticipo sarebbe assicurata solo agli over 63 per non più di tre anni. L’assegno verrebbe penalizzato in media del 3-4% per ogni anno con variazioni parametrate sulla base del numero di anni dell’anticipo e dell’entità dell’assegno percepibile al raggiungimento della soglia della vecchiaia.
LA SELETTIVITÀ
La penalità potrebbe variare a seconda di lavoratori interessati sulla base di un criterio di selettività. Ma tra le ultime opzioni all’esame dei tecnici la selettività sarebbe di fatto quasi esclusivamente limitata ai disoccupati di lungo corso che potrebbero beneficiare di penalizzazioni più soft. L’assegno anticipato sarà garantito da banche e assicurazioni con il meccanismo del ‘prestito’ con una garanzia di fatto solo virtuale.
PENSIONI MINIME
Le pensioni minime sono definite dall’INPS come quelle di importo inferiore a 500 euro mensili. Allo stato attuale si tratta di una platea di oltre 2 milioni di pensionati per i quali un incremento di 80 euro corrisponderebbe ad un aumento del 20% circa (in media) del reddito percepito mensilmente. La prudenza del Premier in questo caso è giustificata, visto che si tratterebbe ovviamente di un intervento particolarmente importante in termini economici.
Su questi capitoli, che almeno in parte dovrebbero confluire nella prossima legge di stabilità, il Governo punta ad avviare il dialogo con i sindacati e ad esaminare le loro proposte. “Sul tema previdenziale i sindacati hanno proposto una loro piattaforma, quindi ne discuteremo con loro”, ha detto Poletti. Che ha aggiunto: “Esprimeremo la valutazione del Governo anche se siamo ancora in una fase interlocutoria perché queste tematiche troveranno una loro conclusione” nella legge di stabilità.
Il ministro ha anche sottolineato che il Governo ha già manifestato l’orientamento molto chiaro “di produrre una flessibilità in uscita” tenendo fermi “alcuni cardini, ovvero l’equilibrio economico da un lato e la stabilità sociale dall’altro”. Restano infatti i vincoli dell’Unione Europea da rispettare, per cui è necessario che tutto l’impianto normativo risulti credibile anche da un punto di vista finanziario. Non potranno essere fatte concessioni superiori alle nostre possibilità.