La rivoluzione digitale sta investendo il settore strategico dei pagamenti, vero e proprio volano del rilancio dell’economia. Imprese, consumatori e Pubbliche amministrazioni, sono pienamente coinvolti dal processo di trasformazione in atto. Tutto vero, anche se ancora oggi soltanto l’1-2% del circolante delle aziende italiane è gestito con carte di pagamento o strumenti digitali, come ha fatto notare un autorevole esperto della materia: il direttore marketing e vendite di Diners Club Italia, Marco Scarrico, al Digital and payment summit 2017 dell’Aipp-Associazione italiana istituti di pagamento e di moneta elettronica. Di conseguenza – secondo l’osservatorio Supply chain 2017 del Politecnico di Milano – circa 500 miliardi di euro di circolante, quasi un terzo del Pil, restano immobilizzati in crediti commerciali in attesa del saldo delle fatture.
“Le tecnologie digitali aiutano moltissimo nella gestione dei flussi di pagamento – spiega Scarrico – ed è evidente quali siano le opportunità dello sblocco veloce di queste risorse in termini di capacità finanziaria delle aziende”. Un altro importante beneficio derivante dall’impiego delle tecnologie digitale si ottiene sul fronte della sicurezza e in termini di big data. Un chiaro esempio viene dal mondo del business travel. Abbiamo carte virtuali prodotte per ogni singolo pagamento con un importo prefissato – racconta Scarrico – da un lato, per dare la massima sicurezza ai nostri clienti e, dall’altro lato, per associare ogni operazione a tutta una serie di informazioni sull’unità organizzativa che l’ha effettuata, il tipo di viaggio e il viaggiatore. L’azienda può consultare queste informazioni su un’unica piattaforma e utilizzarle in un’ottica di big data e di customer relationship management”.
Dello stesso tenore l’intervento di Maurizio Pimpinella, presidente dell’Associazione italiana istituti di pagamento e di moneta elettronica (Aiip): “Accelerare l’evoluzione dei pagamenti è un’urgenza per l’economia del Paese”. Monito colto immediatamente dal vice ministro dell’Economia, Luigi Casero: “E’ giunto il momento di intervenire – dichiara – e lo stiamo valutando, pur avendo il problema di ridurre i costi della finanza pubblica con una serie di strumenti fiscali, per cercare di accelerare i pagamenti elettronici”. La strada da percorrere è comunque lunga e non priva di intralci, così come è elevata la distanza rispetto ai Paesi europei più avanzati. Un caso per tutti: nel 2016 solo il 15% dei pagamenti in Svezia sono stati effettuati in contentati, scendendo di oltre il 50% rispetta al 2015. In Italia, invece, la situazione è diametralmente opposta, con un totale dei pagamenti in contanti pari all’85%”. Ma qualcosa ha già iniziato a muoversi e, secondo il direttore generale di Agid (Agenzia per l’Italia Digitale), Antonio Samaritani, i pagamenti digitali verso la Pubblica amministrazioni rappresentano già circa il 50% del volume complessivo.