Il suo nome è Pepper, è alto come un bimbo di prima elementare, pesa 30 chilogrammi (tutta ferraglia) e per chi lo ha visto in azione fa davvero ridere. Per adesso è solo un prototipo, ma potrebbe diventare uno degli intrattenitori ludici dei bambini ospedalizzati. Pepper è programmato per interagire con i bambini e farli sorridere quando sono contrariati o preoccupati. Grazie all’impegno finanziario della Fondazione “Salus Pueri” questo robot potrebbe diventare una presenza costante nel reparto di Pediatria dell’Ospedale di Padova. Si tratta di una sperimentazione, al momento, unica in Italia. Il robot è dotato di un programma articolato in differenti modalità secondo cui dal tono della voce o addirittura dall’espressione del volto dei piccoli pazienti sarebbe in grado di decifrarne lo stato d’animo. Insomma, se il bambino si mette a ridere il robot fa altrettanto, se il bimbo dovesse piangere l’amico di latta si metterà a ballare o a fare strane smorfie per consolarlo, risollevandone l’umore almeno per qualche istante. L’Università di Padova per un periodo aveva già sperimentato un androide più piccolo, ma non altrettanto evoluto, denominato Nao. La ‘robot therapy’ si sta affermando in diversi Paesi come sostituta della pet therapy ospedaliera. La motivazione è di natura prettamente igienica poichè un cucciolo, sebbene attrattivo e per certi versi insostituibile agli occhi dei più piccoli, non è la compagnia più adatta lungo i corridoi dei reparti o nell’anticamera della sala operatoria.