Continua la polemica a distanza fra il presidente del Coni e il Sindaco di Roma. “Formalmente non è finita, ma nella sostanza quando un’amministrazione comunale fa venire meno la candidatura è chiaro che questo non è visto bene dalla comunità internazionale”. Il giorno dopo il ‘No’ della Raggi sulla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024, Giovanni Malagò ritorna sull’argomento: “Oggi, qualsiasi opera pubblica richiede un investimento, questa amministrazione comunale aveva il diritto e il dovere di supervisionare, alla Raggi abbiamo detto ‘assumiti la governance e governa il processo – poi aggiunge sul tema costi sostenuti – Noi siamo un ente pubblico, tutte le spese sono online, e si tratta di fondi del Governo. Dico che se qualcuno chiede, e qualcuno potrebbe chiederlo, perchè questi soldi sono stati spesi, è chiaro che dovremo rimandare la domanda a chi sta bloccando una candidatura, visto che tuttora siamo ufficialmente candidati con il sostegno formale di tutti. In ogni caso, se si vuole controllare come sono stati spesi fin qui i soldi in qualsiasi momento si può fare. Speravo – ha continuato Malagò – che l’amministrazione comunale di Roma prendesse con slancio questa occasione perché allo sport interessa organizzare bene un evento e poi dare anche una mano alla città. D’altra parte, qualsiasi opera pubblica oggi richiede un investimento. Noi abbiamo presentato un progetto che desse speranza e obiettivo ai giovani. Referendum? Andava fatto prima, ma non abbiamo problemi a confrontarci, anche perchè sappiamo benissimo che i numeri sono a nostro favore. I numeri che vengono sventolati sui costi e le incidenze, riguardano le edizioni del passato, noi siamo candidati perchè sono cambiate le regole del gioco della candidatura” ha concluso Malagò.
Puntuale e intenzionalmente propositiva la replica della Giunta capitolina: “Se non ci sarà la candidatura alle Olimpiadi 2024, Roma si candiderà al ‘patto per la Capitale’ da sottoscrivere con Palazzo Chigi, visto che il primo ministro ha sottoscritto con Beppe Sala il ‘patto per Milano’ stanziando 1,5 miliardi di euro. Se pensiamo al rapporto con la popolazione, Roma ha dunque un credito di 4,5 miliardi”. La proposta è venuta da Paolo Berdini, assessore all’Urbanistica, che ha commentato con queste parole la decisione adottata dal Sindaco: “Raggi ha perfettamente ragione perché il progetto che era stato approvato durante il mandato del sindaco Marino era devastante sotto il profilo urbanistico, e dunque avrebbe alimentato ulteriormente la grave crisi del sistema urbano romano. C’era la possibilità di accettare un nuovo progetto per il futuro della città, ma è evidentemente mancato il tempo per una rigorosa interlocuzione con il Cio e con lo staff tecnico che ha redatto il piano di Marino per le Olimpiadi. Purtroppo per l’amministrazione romana i tempi della procedura olimpica sono stati incompatibili con l’esercizio di un confronto democratico esteso a tutta la città. Nel giro di pochissimo tempo, due mesi – ha proseguito Berdini – l’amministrazione renderà pubblico un progetto complessivo di opere per il trasporto pubblico non inquinante e per la riqualificazione degli impianti sportivi delle periferie. Su quel progetto chiederemo allo Stato gli indispensabili finanziamenti per non far affondare Roma nel degrado”. Infine, una battuta sulla “grande opera” dello stadio della Roma: “Andrà rivista sotto il profilo della sostenibilità economica e urbanistica di una città che ha 13,5 miliardi di deficit. l’Aula capitolina dovrà confermare l’interesse pubblico a costruire un milione di metri cubi di cemento che in realtà è nell’interesse degli operatori che propongono l’impianto. Sarebbe meglio tornare a prevedere la realizzazione solo e soltanto di uno stadio”.