Nel 2024 il mercato del lavoro italiano mostra segnali di miglioramento, con un aumento dell’occupazione sia tra i neo diplomati sia tra i neo laureati, ma permangono divari significativi tra Nord e Mezzogiorno e tra uomini e donne.
Secondo l’Istat, il tasso di occupazione dei laureati 25-64enni raggiunge l’84,7%, con un vantaggio occupazionale ancora evidente rispetto ai diplomati e ai non diplomati, anche se in leggero calo rispetto agli anni precedenti. Il divario territoriale tra Nord e Mezzogiorno continua a ridursi: tra i giovani laureati 30-34enni passa da 19,8 punti nel 2023 a 17,8 punti nel 2024, mentre tra i diplomati si attesta a 25 punti.
Cresce l’occupazione dei neo diplomati 20-34enni al 60,6% e dei neo laureati al 77,3%, segnando incrementi rispetto al 2023. Tuttavia, i valori restano inferiori alla media europea, soprattutto per i laureati, e l’Italia continua a posizionarsi agli ultimi posti in Ue per occupabilità giovanile.
Le donne risultano più istruite degli uomini, ma meno presenti nel mercato del lavoro: tra le 25-64enni il tasso di occupazione femminile è di 60,1%, 20 punti sotto quello maschile. Migliora solo leggermente tra le diplomate, grazie a una crescita occupazionale superiore rispetto alle controparti maschili.
Il rapporto evidenzia anche una riduzione dell’abbandono scolastico precoce (ELET), che scende al 9,8% tra gli 18-24enni, vicino alla media Ue. I NEET tra i 15-29enni diminuiscono al 15,2%, ma restano più alti rispetto alla media europea. Nel Mezzogiorno, circa la metà dei NEET disoccupati cerca lavoro da almeno un anno, confermando la minore offerta di opportunità.
Infine, il legame tra istruzione e qualità del lavoro emerge anche nelle forme contrattuali: diminuisce il part-time involontario, soprattutto tra le donne laureate, e si riduce la quota di lavoratori a termine, pur restando più alta tra i giovani e nel Mezzogiorno.
Il report dell’Istat conferma così il ruolo chiave dell’istruzione per favorire l’occupazione, pur sottolineando le persistenti disuguaglianze territoriali e di genere.
Fonte: ISTAT