Il decreto-legge 146 del 3 ottobre 2025, ora convertito in legge, ridisegna una parte significativa delle procedure italiane in materia di immigrazione, lavoro e gestione dei flussi. Il testo interviene sul sistema dei nulla osta per l’ingresso dei lavoratori stranieri, introducendo controlli più stringenti sulla veridicità delle dichiarazioni fornite da datori di lavoro, enti ospitanti e organizzazioni coinvolte. Le verifiche dovranno essere effettuate dalle amministrazioni secondo le modalità previste dalla normativa sulla documentazione amministrativa.
Una delle novità più rilevanti riguarda l’accelerazione delle procedure: i tempi per alcuni passaggi aumentano da sette-otto giorni a quindici, ma vengono introdotti strumenti digitali per la precompilazione delle domande e per permettere verifiche preventive sui datori di lavoro tramite l’Ispettorato nazionale del lavoro. Previsto anche un limite massimo di tre richieste di nulla osta per anno per i datori di lavoro privati, salvo chi si affida alle organizzazioni di categoria o alle agenzie autorizzate.
Il decreto semplifica inoltre l’avvio dell’attività lavorativa da parte di cittadini stranieri in attesa del rilascio, rinnovo o conversione del permesso di soggiorno: sarà possibile iniziare a lavorare con la sola ricevuta della domanda, fino a eventuale comunicazione di motivi ostativi da parte dell’autorità di pubblica sicurezza.
Sul fronte dei permessi per casi speciali, viene estesa la durata da sei mesi a un anno per quelli rilasciati a vittime di sfruttamento o tratta, includendo anche la possibilità di beneficiare dell’assegno di inclusione. Misure analoghe riguardano altri titolari di permessi speciali previsti dal Testo unico.
Confermata e ampliata la possibilità di ingressi fuori quota per lavoratori domestici destinati all’assistenza di grandi anziani, persone con disabilità e, ora, anche bambini fino ai sei anni di età, con estensione della misura al triennio 2026-2028.
Il Governo riforma anche i programmi di volontariato, che rientreranno in un contingente triennale definito dal Ministero del lavoro insieme a Interno ed Esteri. Vengono inoltre allungati i tempi per i ricongiungimenti familiari, che passano da novanta a centocinquanta giorni.
Il testo stabilizza il Tavolo operativo contro il caporalato, ampliandone la partecipazione agli enti religiosi riconosciuti, e modifica l’accesso al Fondo contro il reclutamento illegale estendendolo a una platea più ampia di soggetti autorizzati o accreditati nei servizi per il lavoro. Infine, viene prolungato fino al 2027 il potenziamento tecnico-logistico del punto di crisi di Lampedusa.
Il decreto entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione e non comporta nuovi oneri per la finanza pubblica, prevedendo l’utilizzo delle risorse già disponibili.
Fonte: Gazzetta Ufficiale