La Corte di Cassazione (Sez. 4, Sentenza n. 20959 del 30/04/2025) ha ribadito un principio fondamentale in materia di notificazioni a mezzo posta degli atti giudiziari: la mera spedizione della raccomandata che avvisa il destinatario dell’avvenuto deposito dell’atto presso l’ufficio postale (la cosiddetta Comunicazione di Avvenuto Deposito – C.A.D.) non è sufficiente a far scattare il perfezionamento della notifica.
La Chiave è la Ricezione Effettiva, Non Solo l’Invio
Quando l’atto non viene consegnato immediatamente al destinatario (ad esempio, per un suo rifiuto a riceverlo, per la sua assenza temporanea, o per l’assenza di altre persone idonee), l’ufficiale giudiziario o l’agente postale procede con il deposito e l’invio della C.A.D.
Tuttavia, secondo la Suprema Corte, per considerare la notifica legalmente valida e perfetta, non basta provare l’invio della C.A.D.
L’organo notificante, infatti, deve fornire la prova dell’avvenuta ricezione di tale raccomandata informativa da parte del destinatario.
Il Diritto di Difesa al Centro della Decisione
Questa pronuncia, che si allinea a precedenti orientamenti (come quello delle Sezioni Unite civili n. 10012/2021), tutela in modo netto il diritto di difesa (articolo 24 della Costituzione) del cittadino.
Solo la dimostrazione dell’effettiva ricezione della comunicazione – e non la semplice spedizione – garantisce che il destinatario sia stato posto in condizione di avere effettiva conoscenza dell’atto processuale e, di conseguenza, di potersi difendere in giudizio.
In sintesi: la notifica si considera perfezionata solo quando c’è la certezza legale che l’avviso di deposito sia giunto a conoscenza del destinatario. È un onere di prova che ricade su chi notifica.
Fonte: Ufficio Massimario della Corte di Cassazione