Dal lattaio all’arrotino, dal fornaio alla lavandaia, fino alle classiche figure alla base del futuro successo della moda milanese nel mondo: il tessitore, la modista, la venditrice di stoffe. Arriva il presepe ‘alla milanese’ con gli antichi mestieri di Milano, protagonisti della mostra organizzata dalla Camera di commercio. Un percorso sui lavori tradizionali illustrati dai marchi storici delle imprese e descritti dalle parole di alcuni classici della letteratura italiana: da Manzoni a Pirandello, da Boccaccio a Pascoli. Tra i marchi esposti anche quelli sulla natività scelti per illustrare prodotti dell’epoca. La mostra, a ingresso libero e gratuito, è aperta il 14 e 15 dicembre, dalle ore 12 alle ore 19, presso il loggiato esterno e l’atrio di palazzo Giureconsulti, in piazza Mercanti 2, angolo piazza Duomo. Tra i marchi storici esposti: il ‘Vincifuoco’, innovativo estintore di fine ottocento che riporta nell’immagine anche le istruzioni per l’uso, il ‘Glicorzo’ uno zucchero speciale che nel 1909 aumentava l’effetto del lievito per rendere il pane più digeribile e croccante, la cioccolata ‘Sempione’, marchio creato in occasione dell’inaugurazione del traforo del Sempione nel 1906 con l’incontro tra la contadina lombarda e quella svizzera, il ‘Pitiecor’, un prodotto terapeutico all’olio di fegato di merluzzo e catrame che a fine ‘800 serviva per rigenerare le forze e ingrassare con le dosi per bambini e adulti. I marchi provengono dall’archivio storico della Camera di commercio di Milano che ne conserva oltre 200 di un periodo compreso tra il 1873 e il 1920 circa. Si tratta di loghi aziendali e di prodotto, che attraverso immagini, motti e brevi descrizioni, illustrano i costumi e la vita quotidiana dell’epoca. A Milano, rileva la Camera di commercio, sono 13 mila imprese ancora attive nei mestieri di una volta, in Lombardia 75 mila. La maggior parte si concentra a Milano, ma Brescia è prima per agricoltori e spazzacamini, Como per le imprese della tessitura, Varese per ricami, pizzi e merletti. Si va in regione dagli oltre 51 mila moderni agricoltori ai quasi 6 mila panettieri e fornai, dalle 4 mila lavanderie che hanno preso il posto delle lavandaie alle 3 mila imprese di facchinaggio e trasloco fino agli oltre 2 mila sartorie e produttori di tessuti.