Regioni e città europee si preparano a dar battaglia per difendere il futuro della politica di coesione dopo la Brexit, in vista del negoziato sul nuovo budget pluriennale, mentre già circolano indiscrezioni di Paesi, come Germania, Austria, Svezia, Olanda, Danimarca e Finlandia, pronti a ‘sforbiciare’, per risparmiare, o destinare le risorse ad altre questioni urgenti, come migrazione e sicurezza.
Grazie alla politica di coesione, l’UE investe 454 miliardi di euro dal 2014 al 2020 per ridurre le disparità e favorire la crescita sostenibile in tutte le sue regioni, in partenariato con gli attori nazionali e locali.
Secondo i leader locali e regionali dell’UE la futura politica di coesione dovrebbe essere definita tenendo presente che, nell’ultimo decennio, centinaia di migliaia di progetti sostenuti dai fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE) hanno permesso di creare posti di lavoro, modernizzare le infrastrutture, potenziare il capitale umano e migliorare la qualità di vita.
Ciò nonostante, le regioni e le città si rendono conto che la politica di coesione potrebbe essere compromessa dalle conseguenze finanziarie della Brexit e dalle pressioni politiche per finanziare nuove priorità quali la difesa, la sicurezza, i controlli alle frontiere o gli strumenti di investimento gestiti a livello centralizzato dalle istituzioni dell’UE.
Le autonomie locali europee si predispongono, dunque, a serrare i ranghi e prepararsi alla battaglia per difendere l’esistenza di una politica di coesione forte ed efficiente a beneficio di tutti i territori dell’Ue, anche dopo il 2020.
Al grido di “semplificare ma non rivoluzionare”, è nata oggi l”Alleanza’ pro-coesione delle associazioni che riuniscono gli enti locali e regionali di tutta Europa: Comitato europeo delle Regioni (CdR), Eurocities, Consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa (Ccre), Conferenza delle regioni periferiche e marittime (Cpmr), Assemblea delle regioni europee (Aer) e Associazione delle regioni europee di confine (Aebr).
Dopo che il CdR, primo fra le istituzioni europee, ha adottato la settimana scorsa la propria posizione sul futuro della politica di coesione, la nascita dell’Alleanza vuole essere il secondo passo intrapreso dai territori europei per mandare un segnale forte e unito in vista del Forum che si svolgerà a Bruxelles il 26-27 giugno e dove si darà il via alle riflessioni sul destino della coesione. “Non si tratta solo di soldi”, ha sottolineato il presidente del CdR, Markku Markkula, “la sfida dei populismi che crescono può essere affrontata solo se l’Ue ricostruisce la fiducia delle persone rafforzando gli investimenti locali e promuovendo la coesione fra le nostre comunità”, perché “nulla può comunicare meglio i benefici dell’Europa che qualcosa che è visibile e direttamente riconoscibile dai cittadini”.