“La politica, non soltanto locale, ha deciso le sorti della Fondazione e della Banca in riunioni che avvenivano fuori dalle istituzioni. Io stesso sono stato oggetto continuo di pressioni da parte del partito cui appartenevo, perché facessi certe operazioni e non altre. È uno dei motivi per cui ne sono stato espulso nel 2004. La mia visione dello sviluppo del Monte dei Paschi era diametralmente opposta a quella che girava non solo nel mio partito, ma anche negli organi di controllo”. Lo ha dichiarato Pierluigi Piccini, Sindaco di Siena dal 1990 al 2001, eletto con il Pds, nel corso della sua audizione davanti alla commissione d’inchiesta sull’istituto di credito senese del Consiglio regionale. La commissione d’inchiesta ha successivamente ascoltato Maurizio Cenni, Sindaco della città Toscana dal 2001 al 2011, che ha ricordato come nel 2004 sia iniziata una vera e propria “campagna politica e istituzionale contro il Monte, accusato di essere troppo isolato”.
La commissione ha in programma altre audizioni, a partire dal banchiere Davide Serra per le sue dichiarazioni sull’influenza del Pd nella vicenda. “Dalla ricostruzione dei due Sindaci emerge che il patto del Nazareno esisteva già negli anni passati”, ha concluso il presidente della commissione Giannarelli. “Quando, cioè, uomini legati a Denis Verdini di Forza Italia entrarono in Fondazione e nel consiglio di amministrazione della banca e quando la sostituzione di Giuseppe Mussari con Gabriello Mancini ha sancito il patto tra Margherita e Ds”.