“Di diagnosi ne abbiamo fatte tante ma adesso servono cure ovvero fatti concreti altrimenti il paziente piccolo comune di montagna è destinato a morire”. Così il coordinatore piccoli Comuni dell’Anci, Massimo Castelli, intervenuto agli Stati generali della Montagna, organizzati dal ministero per gli Affari regionali, nell’ambito del progetto Italiae.
“Faccio l’amministratore dal 1998 – spiega Castelli – ed ho ricoperto diversi ruoli sia in Comune che in Provincia e posso dire, a malincuore, che se questi Stati generali li avessimo fatti venti anni fa sarebbe stato lo stesso perché in tutti questi anni abbiamo perso tempo prezioso. Dal 1970 al 2015 – ricorda Castelli – i piccoli Comuni montani hanno perso dal 20 fino all’80 per cento della popolazione. Uno spopolamento inesorabile che ritengo sia la vera emergenza nazionale che ogni giorno ci fa perdere saperi e memorie”.
Per il coordinatore piccoli Comuni dell’Anci ci sono “interventi concreti da fare subito dicendo chiaramente che vive in montagna è svantaggiato come chi vive al Sud e che quindi questi cittadini devono essere supportati, magari declinando la misura ‘Resto al Sud’ in ‘Resto in montagna”. E poi “azioni su una fiscalità di vantaggio, provvedimenti contro l’abbandono di immobili e di terre e interventi per mantenere i servizi sui territori, come evidenziato dall’Anci con l’Agenda Controesodo”
E proprio di questi temi si parlerà nell’evento che Anci con il Celva (Consorzio enti locali della Valle d’Aosta) e le Anci regionali, sta organizzando per il prossimo 9 marzo. “Parleremo – dice a tal proposito Castelli – di tutti questi temi concreti che a nostro avviso sono i principali. Ci saranno personalità note della politica nazionale, esponenti della società civile e tutti quelli che hanno a cuore la montagna e i suoi Comuni. , ha concluso il coordinatore piccoli Comuni dell’Anci.