A Milano vigili motociclisti setacciano ogni giorno le strade cittadine dalle 7 alle 20 a caccia di indisciplinati automobilisti e motociclisti che utilizzano il cellulare mentre sono alla guida. L’agilità dei mezzi a due ruote permette di affiancarsi ai veicoli e cogliere in flagranza coloro che parlano al telefono o scrivono messaggi incuranti dei pericolo che stanno correndo, infatti, secondo i dati raccolti dall’Aci, tre incidenti su quattro sono provocati dalla distrazione e i cellulari costituiscono senza dubbio una fonte di disattenzione al volante. E’ stato provato che si distoglie lo sguardo dalla strada (distrazione visiva), si impegnano le mani (distrazione manuale) e la concentrazione dell’attenzione è rivolta ad altro piuttosto che alla strada che si sta percorrendo (distrazione cognitiva).
A tal proposito il numero dei verbali elevati nel 2017 è stato di 2.700 e quest’anno, nei primo semestre, sono già di 1.725.
Ma ancora più preoccupante è il quadro tracciato dalle ricerche di Anas e Polizia Stradale. Farsi assorbire da una chiacchierata in linea, o peggio ancora dall’invio di messaggini, email e in generale dai social comporta un rischio simile alla guida in stato d’ebbrezza.
Scrivere un sms o WhatsApp equivale infatti a staccare la spina dalla guida per dieci secondi. È come viaggiare 300 metri al buio. Per un selfie si sale a 14 secondi, pari a 400 metri. E servono 20 secondi per consultare una pagina social: a 100 km/h significa percorrere cinque campi da calcio senza alzare lo sguardo dallo schermo.
Promossi i sistemi di vivavoce e auricolare, ma bisogna ricordare che il codice permette di tenere occupato un solo orecchio per non isolarsi da quel che accade intorno, mentre per i centauri non vale incastrare il telefonino tra orecchio e casco.
Le sanzioni sono salate: 161 euro e cinque punti della patente, che può diventare sospensione (da uno a tre mesi) se beccati due volte in un biennio.