Vetro e ami uncinati nascosti in pezzi di carne, pastoni alla stricnina o bocconi avvelenati. Le vittime sono spesso cani e gatti di colonia, in altri casi, il ‘pet’ viene intossicato per ritorsioni contro il proprietario. Le scene del crimine sono le aree dedicate ai cani e i giardini, ma anche le strade periferiche. Il database del nucleo tutela animali della Polizia locale, coordinato da Liliana Mauri e operativo dal luglio 2014, si arricchisce di elementi utili a definire una mappa del rischio in città. Molte le segnalazioni dei cittadini, in un caso su tre, l’esame autoptico dell’animale morto o dell’esca rinvenuta, porta a un riscontro positivo, si accerta la presenza del veleno. In sei mesi nel 2014, quando il monitoraggio è iniziato, sono state svolte indagini in 12 casi di morte sospetta di un animale. Quattro erano stati avvelenati. Percentuale che si è ripetuta nel 2015.
Rosario Fico, veterinario forense, che dirige il Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana, ribadisce la caratteristica ‘seriale’ di queste azioni. «Gli avvelenatori persistono indisturbati, perché godono della risonanza dei media, si sentono tollerati e incentivati e nessuno li cerca», spiega. Per questo è importante che in caso di sospetto avvelenamento o in presenza di una potenziale esca il cittadino invece di postare messaggi allarmistici su facebook allerti la Polizia locale. Ciò consentirà di raccogliere i reperti, allertare i veterinari della Asl e l’Istituto zooprofilattico, per gli esami dei reperti stessi, e attivare il monitoraggio dell’area interessata prima e la bonifica. L’uso illegale del veleno è una pratica diffusa in tutta l’Europa. Anche per il suoi impatto sulle specie selvatiche.
La Spagna è stato il primo paese ad avere piena consapevolezza della pesante incidenza del veleno sulla conservazione di molte specie. Il modello Milano di prevenzione fa scuola. Giovedì sarà oggetto di un corso di formazione organizzato da Enpa Milano presso la Scuola di formazione della Polizia locale. Avvelenare è reato penale (art.544 bis c.p.). «Se dopo un episodio non si fanno indagini l’avvelenatore di animali si sente impunito e continua alzando l’asticella», conclude Fico che nella caccia ai serial killer di animali ricorre a tutte le discipline disponibili, dalla balistica all’anatomopatologia forense, dalla tossicologia all’entomologia.