Dal 2008 ad oggi 10mila imprese in più. A rivelarlo è il secondo ‘Check-up del mezzogiorno’ a cura di Confindustria e Srm (Centro studi collegato al Gruppo Intesa San Paolo) presentato ieri nella sede della confederazione a Roma.
Dal rapporto emergono segnali contrastanti. Le previsioni sulla crescita del Pil, anche se di poco, restano positive, ma rimangono elevate le incognite, sia per fattori interni, sia per l’attuale instabilità internazionale. Il clima di incertezza si riflette soprattutto nel meridione, ma nonostante ciò, continua la crescita delle imprese di capitali +6%, delle imprese giovanili, delle start up innovative e delle imprese in rete. In parte si tratta tuttavia di piccole imprese. Il che va a rafforzare quella che è la caratteristica del tessuto produttivo del Sud che resta composto per la quasi totalità da micro e piccole imprese (il 99% di tutte le aziende meridionali ha meno di 49 dipendenti). Record anche per quel che riguarda le esportazioni. Rispetto al primo trimestre del 2015, l’export del Mezzogiorno cresce del 2,5%. All’interno delle macroaree, però, si rafforza la differenzazione dei risultati. Calano le esportazioni in Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, e Sardegna. Crescono invece in Abruzzo, Molise e Basilicata. Nello specifico cresce l’export dell’automotive e dell’elettronica ma cala quello dei prodotti della raffinazione, dei prodotti chimici e farmaceutici e, per la prima volta, subisce una battuta d’arresto l’agroalimentare (-2,4%), settore cresciuto ininterrottamente anche negli anni della crisi.
Sale inoltre l’export verso i Paesi dell’Eurozona e verso gli Usa e cala quello verso i Brics e verso i Paesi caratterizzati da forte instabilità tra cui la Turchia (-35%) e la Libia (-20%).
Il tasso di occupazione è salito a +0,6 punti in più rispetto al primo semestre dell’anno passato, con oltre 50mila occupati in più ma frena la crescita degli occupati a tempo indeterminato anche a causa della riduzione dell’effetto degli sgravi contributivi. Le assunzioni agevolate nei primi 5 mesi si sono infatti ridotte rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Elevata resta ancora la disoccupazione (oltre al 20%), soprattutto quella giovanile (53,9%) e femminile (22,2%). Segnali positivi invece da turismo, con un costante incremento degli arrivi nei porti e negli aeroporti. Crescono gli introiti di musei, monumenti e aree archeologiche di oltre il 13% che confermano il valore aggiunto per il Sud costituito dalla filiera della cultura che produce ben 14 miliardi di euro e oltre 300mila occupati.