Colpo di scena! Saranno aboliti i ticket sanitari per i meno abbienti? Sembrerebbe di sì (il condizionale è d’obbligo) stando alle parole del Ministro Beatrice Lorenzin: «La prossima settimana riconvocherò le regioni per rivedere i ticket». Una convocazione finalizzata a vincolare i risparmi di spesa all’abbattimento della compartecipazione, nonché a rimodulare le detrazioni fiscali sulle spese mediche in funzione del reddito. I ticket incidono per 3 miliardi di euro sui 113 presenti nel Fondo Sanitario Nazionale, e che potrebbero quindi essere soppressi, agendo ad esempio sulla spending review. Il ministro si è soffermato, inoltre, sulle differenze regionali presenti nel sistema dei ticket, recentemente messe in evidenza da un rapporto dell’Agenas, e ha affrontato il problema delle liste d’attesa. “Stiamo fronteggiando il problema a macchia di leopardo e con grandissima lentezza”, ha affermato citando come esempio il modello dell’Emilia Romagna dove, negli ultimi tre anni, sono state attuate una serie di misure che hanno di fatto eliminato le liste di attesa. Ancora non è chiaro, ma sembra inevitabile un intervento di revisione sulle detrazioni fiscali in relazione alla prossima manovra di bilancio che comporterebbe una modulazione delle detrazioni legate alle spese sanitarie in funzione del reddito. Attualmente, le cifre sono fisse, pari al 19% della spesa per tutti: potrebbero essere articolate aumentando quelle per i redditi più bassi, e alleggerendo, a contrario, quelle per i più alti. Dunque una revisione degli sgravi fiscali da cui potrebbero derivare se non tutti, almeno una buona parte dei tre miliardi del ticket. Altra ipotesi che il ministro della Salute sta prendendo in considerazione consiste nel vincolare alla riduzione della compartecipazione alla spesa, i risparmi conseguiti nel sistema. Secondo il Ministero della salute, dall’applicazione dei nuovi Lea, cui sono riservati 800 milioni del Fondo nazionale da 113 miliardi, dovrebbe ricavarsi il vero risparmio. Così come dall’unificazione delle centrali di acquisto regionali che, dove è stata realizzata, ha permesso una riduzione media della spesa del 20%. Non si può negare, infatti, che quello dei ticket risulta essere un sistema che porta disparità. Si ricorda che ne sono esenti i bambini sotto i sei anni di età e gli anziani con oltre 65 anni, ma con un reddito annuo lordo inferiore a 36 mila euro. Non pagano i disoccupati, con redditi fino a 8.200 euro, gli invalidi, i cittadini che soffrono di malattie croniche. Le detrazioni dalle imposte del 19% delle spese mediche, restano fisse e a prescindere dal reddito. Con l’aggiunta che chi guadagna poco e non paga affatto le tasse, o ne paga molto poche, non ha i margini per godere del beneficio fiscale, che finisce solo ai soggetti più ricchi.