“Ho ribadito ai sindaci che voglio lavorare insieme a loro per definire il nuovo sistema delle autonomie in attuazione della riforma costituzionale e, anzi, anticipandola sulla base di due principi: semplificazione e riduzione dei costi di gestione dei livelli amministrativi”. Così il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, dopo la sottoscrizione con il presidente di Anci Lombardia Roberto Scanagatti, del protocollo d’intesa che definisce le modalità di collaborazione sul Referendum consultivo regionale per l’Autonomia.
All’incontro, che si è svolto in Sala Biagi a Palazzo Lombardia, erano presenti anche l’assessore regionale all’Economia, Crescita e Semplificazione Massimo Garavaglia, il sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia con delega alle Riforme istituzionali, Enti locali, Sedi territoriali e Programmazione negoziata Daniele Nava, presidenti di provincia e sindaci.
“Il nuovo sistema delle autonomie della Regione Lombardia – ha spiegato il presidente Maroni – prevede tre livelli: Regione, Enti di area vasta – quelli che io chiamo Cantoni – e Comuni. Abbiamo individuato una forma di governance che semplifica la vita ai cittadini e cancella tutto quello che c’è: i Bim, gli Ato, le Comunità Montane, i parchi”.
“Avendo come faro questi princìpi di semplificazione e riduzione dei costi – ha continuato Maroni – abbiamo predisposto un documento base che distribuirò ai sindaci. In ogni provincia ci sarà un tavolo di confronto. Ci ritroveremo il 7 maggio per fare il primo punto ed entro giugno chiuderemo con la proposta di riforma delle autonomie della Regione Lombardia da mandare al Parlamento italiano.
Quanto alla data in cui si svolgerà il referendum Maroni ha dichiarato di aver “proposto di fare l’abbinamento con le elezioni amministrative”. “Aspetto una risposta. Il 18 sarò a Roma, a Palazzo Chigi, per Arexpo – ha detto Maroni – e lì avrò la risposta che spero sara’ positiva”.
“Ci sono alcune questioni tecniche che stiamo valutando – ha proseguito il presidente della Regione Lombardia – ma non c’è stato il no da parte del Governo. Se la risposta sarà positiva risparmieremo un po’ di soldi e lo faremo in occasione del primo turno delle elezioni amministrative che – mi dicono – forse non sarà il 12 giugno perché è una festa ebraica ma una settimana prima. Non penso la data sara’ spostata oltre il 12, perché la legge dice che le elezioni vanno fatte entro il 15 giugno”. “L’obiettivo che ho – ha concluso il presidente Maroni – è fare il referendum insieme alle amministrative”.