La soluzione per contrastare i business dei migranti è un modello di accoglienza decentrato e basato sul rispetto dei diritti umani. Con questo scopo è stata firmata ieri al Viminale dal ministero dell’Interno, Anci e Alleanza delle cooperative sociali, la “Carta per la buona accoglienza”: lo Sprar, il Sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati, gestito dai comuni in sinergia con il terzo settore, diventa il modello unico di accoglienza dei migranti.
Sarà questa la sfida dei prossimi anni: accogliere e integrare persone in fuga dalla miseria o dalla guerra è un impegno a cui nessun Paese può sottrarsi. Per questo motivo è necessario costruire un modello di accoglienza e integrazione d’avanguardia. E l’Italia, con lo Sprar, è già molto avanti. Per superare la fase emergenziale dell’accoglienza e arrivare a strutturare un sistema stabile ed efficace, la strada è quella di convergere pienamente proprio sullo Sprar, adottandone i principi, la trasparenza amministrativa e le modalità di accoglienza. E’ la convinzione sostenuta insieme da ministero dell’Interno, Anci e Alleanza delle cooperative sociali, che per accompagnare questo percorso hanno firmato ieri al Viminale la “Carta per la buona accoglienza”, impegnandosi congiuntamente ad allargare la rete dello Sprar. Erano presenti il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico, il capo dipartimento delle Libertà civili e immigrazione del Viminale Mario Morcone, il portavoce dell’Alleanza delle cooperative sociali Giuseppe Guerini, il delegato Anci all’immigrazione Matteo Biffoni.
Alla base della Carta, “un patto di diritti doveri tra migrante e il nostro Paese e la ferma volontà di instaurare un circuito virtuoso tra diritti da tutelare e utilità sociali da condividere”. A questo fine, “l’attuale articolato sistema di accoglienza dovrà convergere su un modello unico incarnato proprio dallo Sprar, alle cui Linee guida e al cui Manuale operativo farà riferimento il nuovo modello di accoglienza nazionale, a partire dalla trasparenza amministrativa già adottata dallo stesso Sprar sulla base delle linee guida emanate dall’Anac e del nuovo codice degli appalti”.
L’obiettivo primario su cui si impegnano i firmatari della Carta è quello di passare gradualmente dall’accoglienza in centri collettivi a percorsi di accoglienza in abitazione, con standard di qualità che garantiscano servizi adeguati, dalle caratteristiche delle stesse abitazioni alla presenza di personale socio educativo qualificato in ogni fase dell’accoglienza. L’adeguamento alle politiche dello Sprar si concretizzerà anche nella previsione di percorsi di mediazione culturale, corsi di italiano, tutela legale, garanzia di pasti, vestiario, igiene personale, formazione professionale e azioni costanti di coinvolgimento dei territori che accolgono i migranti, con un lavoro congiunto di Comuni e Prefetture.