«Consideriamo questa legge di stabilità un buon passo avanti nel rapporto tra Stato e Comuni e la base di partenza per sviluppare ulteriormente un confronto con il governo che ci consenta di acquisire una piena e riconosciuta autonomia finanziaria, fiscale e istituzionale». Lo ha affermato il presidente dell’Anci e sindaco di Torino, Piero Fassino, al termine del Comitato direttivo, in cui si è discusso di legge di stabilità. I Comuni si definiscono quindi «complessivamente soddisfatti», anche per aver contribuito alla legge con «ulteriori miglioramenti e integrazioni» alla Camera e al Senato. Ma, osserva Fassino, alcune questioni rimangono «irrisolte». Il comitato direttivo, ha spiegato Fassino, ha «riconfermato il giudizio positivo che l’Anci più volte ha espresso sulla legge di stabilità in particolare perchè con questa legge si apre una stagione nuova nei rapporti tra Comuni e Stato. È la prima volta dopo molti anni che i Comuni non vengono colpiti da tagli lineari sulle risorse, c’è il superamento del patto di stabilità interno e lo sblocco degli avanzi di bilancio che consentirà ai Comuni di riprendere politiche di investimenti. C’è inoltre un ristoro integrale e completo ai Comuni degli introiti della Tasi». Fassino ha quindi ricordato «la soluzione positiva» trovata, anche grazie alle proposte dell’Anci, per la «situazione finanziaria della Province, che nel testo originale della legge di stabilità erano fortemente penalizzate». «È stata migliorata inoltre la condizione finanziaria delle città metropolitane ed è stato istituito il fondo straordinario di 500 milioni per interventi nelle periferie delle grandi città», entrambi elementi «positivi». «Sono state accolte poi una serie di proposte – ha aggiunto – di contenuto tecnico, ma rilevanti per la gestione finanziaria dei Comuni, che migliorano il nuovo sistema di contabilità così come è stata accolta l’adozione per il 2016 dell’anticipo di tesoreria per 5 dodicesimi e l’utilizzo degli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente». Rimangono, però, «ancora questioni non risolte, che ci proponiamo di affrontare con il governo a partire dal 2016: il superamento della Tasi con il ristoro completo ai Comuni è certamente positivo, ma è una soluzione transitoria. Nel corso del 2016 si deve arrivare con il Governo a definire quali sono i tributi propri e qual è l’autonomia finanziaria e fiscale su cui i Comuni potranno contare». Tra le altre questioni in sospeso, ha concluso, anche il rinnovo del turn over del personale previsto «solo nella misura del 25%» («norma penalizzante soprattutto per i piccoli e medi Comuni») e il credito per le spese degli uffici giudiziari («abbiamo proposto la costituzione di un fondo che consenta gradualmente e in più annualità di pagare ai Comuni questo credito»).