Si è svolta la scorsa settimana a Torino l’Assemblea di Rete Onu, l’Associazione nazionale degli operatori dell’usato che comprende i principali operatori e organizzatori italiani dei mercati storici, di quelli delle fiere e delle strade, delle cooperative sociali, delle cooperative di produzione lavoro del terzo settore, delle botteghe di rigatteria e dell’usato come pure dei negozi in conto terzi.
La tendenza per il futuro dovrebbe essere quella di considerare risorsa tutte le situazioni di riutilizzo, che danno il loro contributo alla riduzione del consumo degli elementi naturali. “Ma per far questo occorre un quadro normativo aggiornato e rispondente alle esigenze di una parte importante del tessuto sociale che attualmente consente la riduzione di centinaia di miglia di tonnellate di rifiuti – si legge in una nota di Rete Onu”.
Per il settore del riutilizzo il periodo tra il 2015 e l’inizio del 2018 è stato ricco di novità normative. Gli stakeholder delle filiere del riuso hanno trovato nuovi orientamenti e possibilità grazie al collegato ambientale del 2015, alla legge anti spreco, al pacchetto sull’economia circolare dell’Unione europea e ad una nuova tendenza alla programmazione a livello locale e regionale. Del resto, l’economia circolare è una prospettiva che si sta affermando con forza e la sua applicazione, in termini generali, è chiara e convincente. Ma quando questa prassi si traduce in azioni concrete deve fare i conti con il contesto territoriale nel quale si opera, con le soluzioni tecniche e le formule economiche da adottare, le convenzioni e i modelli partecipativi in grado di promuovere nuovi patti sociali con la collettività. Per questo altresì rilevante sensibilizzare i cittadini in riferimento al tema, per modificare l’approccio a questo tipo di attività.