La gestione ambientalmente non corretta dei RAEE è spesso connessa agli interessi dei sistemi criminali organizzati che operano nel Vecchio Continente e oltre confine. Lo ha rivelato il progetto CWIT evidenziando anche casi di frode, evasione fiscale e riciclaggio di denaro, chiaramente collegabili ai reati ambientali. I reati comprendono il trattamento inadeguato, la violazione delle norme comunitarie, i furti, la mancanza delle licenze o dei permessi richiesti, il contrabbando e le false dichiarazioni sui carichi trasportati. I ricercatori sostengono che, in alcuni Paesi, il crimine organizzato sia coinvolto direttamente nella gestione dei flussi illegali di RAEE. “Il settore dei rifiuti elettronici sta assumendo sempre maggiore rilievo tra le condotte criminali riconducibili alla gestione illecita dei rifiuti – ha dichiarato Marco Avanzo, Direttore della 1° Divisione (Polizia Ambientale e Forestale) del Corpo Forestale dello Stato – La sottrazione al ciclo virtuoso del recupero di quote prevalenti del volume totale alimenta, oltre a traffici nazionali e transnazionali (determinando vere e proprie emergenze nei Pase destinatari, solitamente Paesi in via di sviluppo), una distorsione competitiva del mercato, penalizzando le aziende aderenti alla compliance.” Come contrastare il fenomeno? Il progetto CWIT ha ipotizzato due nuovi strumenti per potenziare sia la cooperazione tra le agenzie e gli Stati che lo scambio e l’analisi d’informazioni: – un “Operational Intelligence Management System”, in grado di accrescere la conoscenza comune sui crimini collegati al commercio e al trattamento illegale dei RAEE, di identificare i rischi connessi alla criminalità organizzata (sia su base nazionale che internazionale) e di suggerire azioni specifiche; – una “National Environmental Security Task Force” (NEST), finalizzata ad attivare l’applicazione di leggi che siano cooperative e coordinate a livello nazionale e internazionale. Per rendere ancora più efficace la lotta al traffico illegale dei RAEE, il progetto CWIT suggerisce ulteriori raccomandazioni, tra cui: il divieto su scala europea dell’impiego dei contanti nelle transazioni relative al commercio di rottami metallici; l’obbligo di trattare i RAEE in accordo ad approvati standard di qualità e di trasmettere poi i risultati del trattamento alla Ue (includendo, in particolare, un monitoraggio chiaro sulla rimozione delle sostanze inquinanti, come ad esempio il mercurio dagli schermi o il CFC dai frigoriferi); il pieno recepimento e la tempestiva implementazione dell’ultima Direttiva sui RAEE; attività investigative più precise e lungo tutta la filiera; infine, un maggior coinvolgimento dei consumatori, che rappresentano l’anello iniziale della catena dei RAEE.