L’istituzione delle Città metropolitane è una riforma bluff, l’ennesima occasione mancata, un motore di sviluppo inceppato? Il dito nella piaga l’ha messo ieri Ferruccio de Bortoli ponendo domande cruciali con un lucido e incisivo editoriale, pubblicato dal Corriere della Sera, che ha evidenziato le principali lacune e criticità della normativa in questione. Si va dal malcelato ostruzionismo delle Regioni, “che non sopportano questi enti ibridi che gonfiano il peso specifico dei Comuni capoluogo”, alla scarsità dei finanziamenti a fronte di competenze sulla carta estremamente rilevanti. Al contrario, segnala de Bortoli correttamente, le Città metropolitane potrebbero e dovrebbero essere motore di sviluppo, trasformandosi in smart city in grado di trainare la ripresa del Paese. Potenzialità e numeri ci sono tutti: “coinvolgono il 36% della popolazione, il 40% del valore aggiunto”, ospitano il 35% delle imprese e il 56% delle multinazionali, per non parlare delle start up innovative e dei 55 atenei che vi hanno sede.
Il tema sollevato dall’ex direttore del prestigioso quotidiano è serio e delicato e ha innescato – com’era prevedibile, essendo imminenti le elezioni, fra l’altro – reazioni e prese di posizione di vario orientamento, dell’Anci in primis. “Una visione strategica per le città metropolitane, hub di sviluppo del Paese. Ferruccio De Bortoli sul Corriere ha centrato perfettamente il tema”. Lo ha dichiarato a caldo Enzo Bianco, Sindaco di Catania e presidente del consiglio nazionale dell’Associazione dei Comuni, commentando l’editoriale. “Affinché queste non nascano con i difetti e i fardelli del passato – ha continuato – è necessario abbandonare l’idea, da un lato, che siano la mera sommatoria di Comuni grandi e più piccoli; dall’altro, che raccolgano semplicemente l’eredità delle vecchie Province. I sindaci e l’Anci – ha sottolineato Bianco – si sono battuti per quasi venticinque anni per giungere a questo obiettivo, conseguito dal combinato disposto della legge Delrio e della riforma costituzionale. Un obiettivo storico, che non può e non deve essere scolorito. Le città metropolitane, come ricorda ancora il direttore de Bortoli, sono in grado di trainare e determinare un modello di sviluppo, anzitutto economico, non solo per i territori, ma per l’intero Paese. Perché incarnano un livello di governo del tutto nuovo e una visione strategica, non la sintesi di molti Comuni in uno più grande ed egemone. Perché questo disegno si compia – ha concluso il Sindaco di Catania – c’è bisogno di eliminare rapidamente incertezze e lacciuoli legislativi. I Sindaci e l’Anci confidano di trovare nel Governo e in Parlamento attenzione e soluzioni all’altezza della sfida”.