I piccoli comuni sono stati al centro dell’assemblea Anci nello scorso fine settimana. Tra le tematiche trattate i servizi postali razionalizzati, la carenza di personale e servizi, le soluzioni per implementare l’innovazione tecnologica e le proposte per una piena valorizzazione turistica e culturale dei piccoli Comuni. Ma oltre gli sportelli postali in questi giorni viene segnalato un nuovo problema: nei piccoli comuni spariscono anche le banche. Non si arresta, infatti, il taglio degli sportelli bancari in Italia che, in sette anni sono 6.289 in meno, con “383 Comuni rimasti totalmente privi di banche”. È quanto rileva un’indagine del sindacato First Cisl secondo cui “il personale di rete è sceso nel periodo di oltre 26mila unità”. Per il segretario Giulio Romani “i top manager giustificano l’abbandono del territorio con l’avanzata del digitale, ma è un pretesto, perché il ritmo delle chiusure dalla fine del 2010 è stata del 18,7% contro un calo di accessi alle agenzie solo del 7,5%. Mirano a tagliare i costi”.
In particolare i comuni serviti da almeno una filiale bancaria erano 5.906 a fine 2010 e sono scesi a 5.523 alla fine dello scorso anno. Scorrendo il rapporto si nota come nell’Italia nord-occidentale i comuni serviti dagli sportelli bancari sono 1.923 nel 2017 con un calo del 4,6% rispetto al 2010, in Italia nord-orientale 1.258 (-7%) e in Italia centrale 786 (-6,2%) mentre al Sud sono 1.556 (-8,5%) con punte del -9,3% nelle Isole. “Il dato più impressionante – sottolinea il responsabile dell’Ufficio Studi di First Cisl, Riccardo Colombani – è che più di un quarto delle filiali perse negli ultimi sette anni è stato chiuso nel solo 2017. A fine 2010 c’erano 33.663 agenzie bancarie, il 31 dicembre scorso erano scese a 27.374 e ben 1.653 chiusure si sono concentrate nel 2017. In un solo anno siamo scesi da 48 a 45 filiali ogni 100 mila abitanti. Se si andasse avanti a questo ritmo in una quindicina d’anni non ci sarebbe più alcuna presenza fisica delle banche sul territorio”.
“Questi dati – afferma Romani – ci dicono che la gente non vuole la chiusura in massa delle filiali bancarie, ma anche che oggi il pensiero della clientela non ha alcun peso. Se i piccoli azionisti si potessero coalizzare in un voting trust per ciascuna banca, quel pensiero però potrebbe finalmente tradursi in una voce ascoltata e i trust potrebbero orientare il voto nelle assemblee verso obiettivi socialmente rilevanti, tra i quali può figurare certamente la difesa della capillarità del servizio bancario, con particolare riferimento alla presenza di sportelli nelle zone più disagiate, come ad esempio vaste aree meridionali e insulari, la montagna o le periferie urbane”.