Dal prossimo anno scolastico nelle nostre scuole sarà possibile optare per le mense biologiche certificate. Le mense bio verranno introdotte in virtù di un emendamento alla cosiddetta manovrina, presentato dal Governo e promosso dal ministro Martina in piena condivisione con il titolare del Miur, Valeria Fedeli, e della Salute, Beatrice Lorenzin. L’obiettivo è quello di promuovere e diffondere l’utilizzo di prodotti biologici nell’ambito dei servizi di ristorazione scolastica nel rispetto della salute e della sostenibilità. A questo scopo è stato creato un Fondo, gestito dal Ministero delle Politiche agricole e alimentari, pari a 44 milioni di euro, per ridurre gli oneri a carico degli studenti.
”Per la prima volta – ha detto il ministro Martina – avremo mense scolastiche biologiche certificate. Un risultato importante che si inserisce nella nostra strategia per promuovere modelli agroalimentari più sostenibili e garantire ai nostri figli un’alimentazione più sana anche nelle scuole”. ”Il fondo che abbiamo previsto – ha aggiunto – sarà utile proprio a rendere più accessibili i servizi e a proseguire le azioni di educazione alimentare che abbiamo iniziato con Expo Milano”.
In Italia sono state registrate oltre 1.200 mense che fanno uso di prodotti biologici, per un quantitativo di circa un milione di pasti giornalieri. L’emendamento del Governo prevede ora che le scuole che vorranno attivare il servizio di mensa biologica dovranno inserire le percentuali minime di utilizzo di prodotti biologici, dei requisiti e delle specifiche tecniche fissate dal Ministero delle Politiche agricole insieme al Ministero dell’Istruzione. Secondo un sondaggio promosso dall’Associazione italiana per l’agricoltura biologica (Aiab), Coldiretti e Legambiente, la scelta dei prodotti biologici è dovuta in primo luogo a motivi di salute, in seconda battuta alla volontà di evitare prodotti chimici e quindi a ragioni etiche come il rispetto dell’ambiente. Una sensibilità in crescita progressiva soprattutto tra i giovani. La questione riguardante l’agricoltura biologica nel suo insieme non è rappresentata soltanto da una graduale sostituzione delle materie prime di sintesi chimica con quelle bio, per espandere il più possibile la produzione integrata e naturale, ma comporta un salto culturale in grado di rivoluzionare l’intero processo di produzione e consumo.