Regione Friuli Venezia Giulia insieme alla rete dei pediatri di famiglia e all’Ospedale Burlo Garofolo di Trieste contrasta il fenomeno dell’iperconnessione digitale dei bambini.
Il problema consiste nella dipendenza da uno schermo che bambini e adolescenti spesso manifestano nell’uso della tecnologia: l’iperconnessione digitale è un chiaro indicatore di qualità della vita, salute mentale e capacità di apprendimento dei più piccoli.
Il progetto intende far capire ai genitori come gestire l’iperconnessione prevenendo la dipendenza, evitando abusi e aiutando a sviluppare nei più giovani un uso consapevole e funzionale degli strumenti digitali. Dopo una prima fase in cui vengono effettuate delle rilevazioni in base alle fasce di età, l’iniziativa punta ad un cambiamento culturale partendo dalle visite pediatriche periodiche sottolineando gli effetti negativi dell’abuso di schermi sulla vista, sul ritardo del linguaggio e sulla conseguente riduzione di attività fisica e ansia e depressione per mancanza di sonno.
“Il progetto della Regione che punta al benessere dei bambini e degli adolescenti rispetto all’utilizzo degli schermi digitali è la risposta a un fenomeno che riguarda i più piccoli, ma che investe tutta la società, interessata a un salto di qualità culturale verso migliori condizioni di salute, a cominciare dai più fragili, nel quale sono in gioco molti soggetti e in cui l’ospedale non è la soluzione ai problemi”.
È il pensiero dell’assessore regionale alla Salute e alle Politiche sociali Riccardi che ha commentato a Trieste l’illustrazione del progetto coordinato dall’Irccs Burlo Garofolo per il quale sono stati stanziati in legge di Stabilità regionale 150mila euro (100mila euro per il 2025 e 50mila per il 2026).
Dai monitoraggi di sorveglianza emerge che il 4% dei bambini tra i 2 i 5 mesi è già esposto agli schermi tra 1 ora e 2 ore al giorno, l’incidenza più alta riguarda genitori giovani, stranieri, di livello culturale inferiore e in condizioni economiche disagiate.
Il programma Okkio alla salute segnala che il 34% dei bambini trascorre 2 ore al giorno davanti al televisore, i tablet o il cellulare (dato regionale, rispetto al 45% nazionale), la percentuale sale all’82% nel fine settimana. Secondo il monitoraggio HBSC il 45% degli adolescenti di 15 anni passa 2 ore al giorno davanti a pc/tablet/ cellulare per stare sui social network.
Gli effetti dell’esposizione agli schermi nei più piccoli sono noti: un sonno breve e meno ristoratore, l’affaticamento oculare e la miopia, minor attività fisica, ritardi nell’acquisizione del linguaggio, ansia e depressione.
Il progetto regionale sul Benessere digitale si articola in una serie di azioni: il mantenimento e la valorizzazione della rete dei pediatri di famiglia e la formazione del personale sanitario, del personale educativo 0-6, degli operatori del sistema bibliotecario e dell’educazione. La bontà dei suoi risultati sarà misurata da una ricerca/valutazione di impatto cui seguirà un piano di comunicazione generale.
5 gli obiettivi, illustrati dal Dott. Grollo: dare ai genitori informazioni corrette e fornire alternative ai comportamenti schermo-correlati, creare una rete di esperti di educazione digitale, conseguire un cambiamento culturale che porti dalla logica dell’anticipo digitale alla logica della gradualità e rimettere al centro il benessere del bambino.
“Il problema, ha osservato Riccardi, non è solo infantile o adolescenziale, ma investe anche le altre fasce d’età tra cui gli anziani: le esposizioni errate allo schermo significano e si correlano a solitudini, esclusioni e dipendenze. Dobbiamo tener presente che sono i più fragili coloro a cui devono guardare le attivazioni di programmi e reti di salute come l’esperienza regionale avanzata sul Benessere digitale: un progetto che parte e che, siamo certi, darà risultati”.
Fonte: Regione autonoma Friuli Venezia Giulia