La Provincia di Bolzano rafforza l’accessibilità digitale
Trasparenza 27 Febbraio 2025800 dipendenti hanno partecipato a un programma di formazione sull'accessibilità

Roma, 19 apr. (askanews) - Bolzano, Milano e Bologna risultano
le province italiane più sostenibili. E' quanto emerge dal
Rapporto Italia Sostenibile 2021 elaborato da Cerved, la prima
mappa data-driven che misura la sostenibilità economica, sociale
e ambientale del Paese.
La provincia di Bolzano occupa la prima posizione grazie a
punteggi molto elevati nella propensione all'investimento e
all'innovazione, nella solidità finanziaria delle imprese, nelle
dinamiche occupazionali, nella distribuzione della ricchezza,
nell'assistenza alle famiglie, nella condizione degli anziani,
nella tutela del territorio e nella gestione del rischio
idrogeologico. Milano, al primo posto nella sostenibilità
economica e al terzo in ambito sociale, vanta un sistema
economico robusto e competitivo, con elevata propensione
all'investimento e all'innovazione, alti livelli per
trasformazione digitale, nella rete infrastrutturale, nel
capitale umano e nella formazione. Bologna ha un sistema
produttivo articolato e competitivo, buone infrastrutture, un
mercato del lavoro dinamico e ottimi livelli di welfare,
particolarmente nelle aree dei servizi alle famiglie e del
capitale umano e formazione, con una buona capacità di
contenimento della fragilità sociale.
Il rapporto rileva una forte eterogeneità nel territorio, con 17
province eccellenti, caratterizzate da un livello di
sostenibilità elevato ed equilibrato (cluster della solidità), 22
province che viceversa evidenziano forti debolezze nelle tre
dimensioni (cluster della fragilità), 28 province che hanno una
priorità di sostenibilità economica, 12 con criticità sugli
aspetti sociali e 26 province che hanno problemi soprattutto sul
profilo ambientale. La mappa conferma l'esistenza di un netto
divario tra il Nord e il Sud del Paese, con una forte
correlazione tra la dimensione economica e quella sociale e
ambientale: le aree con un più robusto sistema produttivo delle
regioni settentrionali riescono a garantire ai cittadini
occupazione e redditi, con prestazioni di welfare migliori e
maggiori investimenti nella tutela dell'ambiente e del territorio.
Tra le province del Mezzogiorno,
Pescara risulta la più sostenibile (al 29esimo posto a livello
nazionale), grazie all'ottima performance in ambito ambientale
(16esimo) e a livelli oltre la media nazionale nella
sostenibilità sociale (47esimo), nonostante risultati non
brillanti in termini di sostenibilità economica (65°).
A causa della pandemia, gli investimenti delle imprese potrebbero
ridursi di 65 miliardi di euro con conseguenze sulla
sostenibilità del nostro Paese, sottolinea il rapporto, in
particolare per la capacità del sistema produttivo di contribuire
alla doppia transizione, digitale e ambientale. Una crisi che
potrebbe toccare soprattutto il Mezzogiorno, ampliando
ulteriormente i divari relativi alla digitalizzazione, alla
tutela del territorio, all'inquinamento. Combinando il livello di
digitalizzazione con la riduzione degli investimenti delle
imprese, è possibile individuare i territori in cui è necessario
il maggiore supporto per avviare la transizione digitale:
risultano critiche molte aree del Mezzogiorno come Messina,
Agrigento, Caltanissetta, Trapani e Barletta.
Dal punto di vista della sostenibilità ambientale, le situazioni
più critiche si potrebbero manifestare a Messina, L'Aquila,
Trapani, Taranto e Crotone sul fronte della gestione delle scorie
e dei rifiuti. A Vibo Valentia, Reggio Calabria, Catanzaro e
Isernia potrebbero mancare le risorse per investimenti per
rendere il territorio più sostenibile dal punto di vista
idrogeologico e sismico. Infine i divari nella riconversione
energetica potrebbero ampliarsi in zone come Sassari, Agrigento,
Trapani, Nuoro, Isernia e Campobasso.
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