Il vino Made in Italy conquista nel 2016 la leadership mondiale nella produzione con circa 50 milioni di ettolitri e aumenta del 3% il valore dell’export che raggiunge così il massimo storico di sempre, 5,2 miliardi.
Da un’analisi della Coldiretti, risulta infatti che il vino è nel 2016 la prima voce dell’export agroalimentare nazionale. Il primato produttivo, che nel 2016 permette di superare la Francia, è dovuto alla crescita in Veneto, che si conferma la principale regione produttrice. Buona la produzione anche in Emilia Romagna e Piemonte.
La Coldiretti precisa che, secondo le stime effettuate, la produzione di vino italiano nel 2016 è rappresentata per oltre il 40% dai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e dai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), mentre il 30% sono i 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia. Il restante 30% sono vini da tavola.
Per quanto riguarda le esportazioni, l’acquisto del nostro vino cresce in Francia (+5%), negli Stati Uniti (+3%), in Australia (+14%) e in Spagna (+1%).
Negli Stati Uniti – segnala la Coldiretti – sono particolarmente apprezzati il Chianti, il Brunello di Montalcino, il Pinot Grigio, il Barolo e il Prosecco che piace però molto anche in Germania insieme all’Amarone della Valpolicella e al Collio.
Non bisogna quindi dimenticare che il settore del vino in Italia rappresenta un motore economico che genera quasi 10 miliardi di fatturato e che da opportunità di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone. La vendemmia 2016 – ricorda la Coldiretti – ha coinvolto 650mila ettari di vigne, dei quali ben 480mila Docg, Doc e Igt e oltre 200mila aziende vitivinicole. La ricaduta occupazionale riguarda sia le persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia quelle impiegate in attività connesse e di servizio.
Secondo una ricerca di Coldiretti, per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie, alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro.