Lo scorso anno le concessioni di status di rifugiati sono più che raddoppiate nell’Unione europea, a 710 mila persone totali in ampia misura a seguito del boom della Germania. Da sola, Berlino ha infatti riconosciuto lo status di profugo a ben 445 mila persone, di cui 295 mila siriani.
La Germania, dunque, rimane il Paese dell’Unione europea più aperto agli immigrati, altri Paesi al contrario, specialmente nell’est e nel nord-ovest europeo, faticano ad accogliere i profughi.
E in questa emergenza infinita, l’Eurostat, istituto europeo di statistica, prova a fare chiarezza. Numeri alla mano, è la Germania il paese europeo più impegnato nell’accoglienza dei richiedenti asilo nell’Unione Europea. Altri Paesi invece, specialmente nell’est e nel nord-ovest europeo, faticano ad accogliere i profughi. Fa la sua parte l’Italia che, insieme alla Francia, si posiziona al terzo posto di questa speciale classifica. Ma la distanza con la Germania resta enorme.
Le statistiche segnalano che i 28 Stati aderenti all’Unione lo scorso anno nel loro insieme hanno concesso lo status di protezione internazionale a 710.400 richiedenti asilo, doppiando i numeri del 2015. La Germania da sola ha accolto 445mila richieste (triplicando i dati dell’anno precedente); la Svezia ha conferito protezione a 69mila richiedenti asilo; l’Italia è a quota 35mila, come la Francia. L’Austria, con una popolazione nettamente inferiore a Francia e Italia, ha dato protezione a 31mila persone e i Paesi Bassi a 21mila. Restano distanziati tutti gli altri Paesi.
Ieri l’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim) ha affermato che dall’1 gennaio al 23 aprile di quest’anno sono giunti in Europa 43mila migranti, oltre 36mila dei quali in Italia. Dall’inizio dell’anno i morti in mare sarebbero già 1.089. Sempre ieri Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione, è indirettamente intervenuto sulla polemica relativa al ruolo delle Ong al fine di salvare vite nel Mediterraneo. Frontex, l’agenzia europea, aveva sollevato il problema di una eventuale collusione tra queste e i trafficanti libici salvo poi correggere il tiro.
Timmermans ha dichiarato: “Non esiste alcuna prova di Ong che lavorino con trafficanti per aiutare migranti a entrare nell’Unione europea”. Per poi aggiungere che l’Ue persegue una politica di “tolleranza zero per il traffico di essere umani”. Il vicepresidente della Commissione ha quindi ribadito il ruolo delle diverse Ong operanti “per salvare vite in mare”.