“La Repubblica italiana è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza degli articoli da 3 a 5 e 10 della direttiva 91/271/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1991, concernente il trattamento delle acque reflue urbane, come modificata dal regolamento (CE) n. 1137/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 ottobre 2008”.
Lo ha stabilito la Corte di giustizia europea nella sentenza del 6 ottobre 2021, causa C-668/19, avente ad oggetto il ricorso per inadempimento, ai sensi dell’articolo 258 TFUE, proposto il 15 luglio 2019 dalla Commissione europea contro la Repubblica italiana. L’Italia, ha rilevato la Corte Ue, è responsabile di varie omissioni, tra cui l’aver omesso di dotare di reti fognarie per le acque reflue urbane numerosi agglomerati, e di garantire che le acque reflue urbane che confluiscono in reti fognarie siano sottoposte, prima dello scarico, ad un trattamento secondario o ad un trattamento equivalente in vari agglomerati. La Corte di giustizia europea, pertanto, ha condannato la Repubblica italiana alle spese.
Fonte: Corte di Giustizia Ue