Nella nottata appena passata sono incominciati i Giochi olimpici di Rio 2016 nel mitico stadio Maracanà di Rio.
Una manifestazione incominciata tra mille paure e altrettante problematiche, in primis il rischio attentati che attanaglia il mondo intero, per poi passare alle paure del virus zika. Senza dimenticare, ovviamente, la questione della crisi politica ed economica che imperversa la nazione brasiliana.
Insomma tra paure ed angoscia si è partiti con l’evento che per la prima volta nella storia viene ospitato in Sud America.
La presentazione ha visto la defezione dell’ultima ora, a causa di problemi di salute, del mitico Pelè come ultima persona ad accendere la fiaccola olimpica.
L’ultimo tedoforo è stato, a sorpresa, Vanderlei Lima, il maratoneta cui per il blocco di un folle in strada sfuggì l’oro di Atene 2004.
Vanderlei ha acceso un tripode a forma di sole che illumina il mondo e ricorda a tutti che la terra è un bene da proteggere, come le differenze dei suoi abitanti.
La cerimonia è stata, quindi, un inno alla vita, incentrata su colori e suoni, sui contrasti e le diversità del mondo.
Con al centro, e non poteva essere altrimenti, la musica, la colonna sonora della nazione brasiliana. A cominciare da Gilberto Gil e Caetano Veloso finendo con i balli di una coreografia in stile carnevalesco; sembrava di stare in un sambodromo a Carnevale.
Dicevamo un inno alla vita, al superamento dell’ingiustizia e delle intolleranza presente in dose massiccia nel mondo ed ovviamente in Brasile. Al centro di tutto la natura incontaminata del Brasile, raccontando gli indios, gli europei e poi gli schiavi africani, e ancora arabi e asiatici per un melting pot padre della tolleranza.
Al momento dell’apertura ufficiale dei giochi, la crisi che attanaglia il continente sudamericano si è materializzata con la bordata di fischi che ha accompagnato il presidente ad interim Temer. Nessun effetto sonoro, come annunciato alla vigilia, è riuscito a coprire la protesta contro le istituzioni brasiliane.
Ora il via alle gare con il sogno delle 20 medaglie per la nostra Italia, come auspicato dal Presidente del Coni, Giovanni Malagò. Intanto, però, abbiamo sognato con la nostra porta bandiera Federica Pellegrini, raggiante come non mai con il tricolore in mano. Speriamo di gioire e sentire suonare l’inno di Mameli il più possibile. E magari, come dice il nostro Premier Renzi, di essere veramente in prima linea per l’assegnazione dei giochi 2024 a Roma.
Intanto sogniamo con i nostri “azzurri”.