Venticinque progetti rivolti al turismo slow, al recupero di edifici abbandonati per un utilizzo sociale e alla valorizzazione di antiche filiere: grazie alla banda ultra larga, che ha raggiunto ormai questi territori, possono tornare ad avere numeri per generare reddito. E’ quello che accadrà anche a Pracchia, dove si pensa di recuperare la ex scuola e la ex stazione della ferrovia, che potrebbe diventare il punto di snodo per il turismo sulle due ruote e quello escursionistico.
L’idea è semplice, ma potrebbe essere la ricetta vincente per dare una spinta decisiva in territori che si spopolano e si impoveriscono. Un modo per invertire il trend e da lì ripartire. Sono le cooperative di comunità, che si chiamano così perché costituite da quasi tutti i cittadini di un borgo o di un paese. La Regione Toscana ne ha finanziate con un milione e 200 mila euro venticinque (per altrettanti progetti) e una di queste è nata a Pracchia, frazione di montagna di Pistoia lungo la vecchia linea ferroviaria che raggiunge Bologna attraverso Porretta. Ed è stamani che è stata organizzata un’iniziativa per illustrare idee e future attività. Tra i progetti della cooperativa c’è anche la gestione dell’ostello del Gal e la conduzione di un negozio di alimentari, di cui si occuperà direttamente la cooperativa.
“Un progetto da lodare” ha sottolineato l’assessore alla presidenza e alla partecipazione della Toscana Vittorio Bugli, che in paese si è trattenuta per buona parte della mattina. “Siamo partiti da un ragionamento – ha spiegato Bugli -: occorre dare una spinta a territori oggi marginali ma che domani potrebbe essere di nuovo trainanti. Ed abbiamo deciso di farlo con gli abitanti di questi borghi, forti delle riforme che in questa regione sono state fatte con la partecipazione delle persone. Abbiamo iniziato un percorso, “CollaboraToscana”, che ha prodotto un libro verde e linee guida sull’economia circolare e collaborativa. E il bando per le cooperative di comunità è stato uno degli esiti”.