Aumenta il numero degli italiani che vivono in condizioni di povertà assoluta. La povertà colpisce soprattutto le famiglie numerose. Quasi un terzo dei nuclei familiari con 5 o più componenti rientra nella condizione di povertà relativa.
“L’incidenza della povertà assoluta – si legge nel rapporto – si mantiene sostanzialmente stabile sui livelli stimati negli ultimi tre anni per le famiglie, con variazioni annuali statisticamente non significative “. Cresce invece se misurata in termini di persone (7,6% della popolazione residente nel 2015, 6,8% nel 2014 e 7,3% nel 2013). Questo andamento nel corso dell’ultimo anno si deve principalmente all’aumento della condizione di povertà assoluta tra le famiglie con 4 componenti (da 6,7 del 2014 a 9,5%), soprattutto coppie con 2 figli (da 5,9 a 8,6%) e tra le famiglie di soli stranieri (da 23,4 a 28,3%), mediamente più numerose. Il fenomeno che emerge dal rapporto è la crescita della povertà nelle fasce dei più giovani. Tra le persone coinvolte 2 milioni 277 mila sono donne (7,3% l’incidenza), 1 milione 131 mila sono minori (10,9%), 1 milione 13 mila hanno un’età compresa tra 18 e 34 anni (9,9%) e 538 mila sono anziani (4,1%). Un minore su dieci, quindi, nel 2015 si trova in povertà assoluta.
La povertà risulta contenuta tra le famiglie di soli italiani (4,4%) mentre si attesta su valori molto più elevati tra quelle con componenti stranieri: 14,1% per le miste, 28,3% per le famiglie di soli stranieri; in quest’ultimo caso si passa dal 23,4% del 2014 al 28,3% del 2015, con margini più accentuati nel Nord (dal 24% al 32,1%).
Nel Mezzogiorno, alla più ampia diffusione della povertà si associa la maggiore gravità del fenomeno; la spesa media mensile equivalente delle famiglie povere è pari a 785,75 euro, contro 804,23 euro rilevati nel 2014, l’intensità è salita da 22,8 a 25,2%. Nel Nord e nel Centro, dove la spesa media mensile equivalente delle famiglie povere è più elevata (841,64 e 853,11 euro rispettivamente), l’intensità è in leggero calo, da 21,5% a 19,9% e da 19,8% a 18,8%. Nel dettaglio territoriale, Lombardia (4,6%), Emilia Romagna (4,8), Veneto (4,9%) e Toscana (5,0%) presentano i valori più bassi dell’incidenza di povertà relativa. Ad eccezione dell’Abruzzo (11,2%), che mostra un valore dell’incidenza non statisticamente diverso dalla media nazionale, in tutte le regioni del Mezzogiorno la povertà è più diffusa rispetto al resto del Paese; le situazioni più gravi si osservano tra le famiglie residenti in Calabria (28,2%) e Sicilia (25,3%).