Nel 2015, l’economia italiana è cresciuta meno del previsto, dello 0,7% invece che dello 0,8%. Il Pil ai prezzi di mercato è risultato pari a 1.642.444 milioni di euro correnti, con una revisione al rialzo di 6.072 milioni rispetto alla stima precedente. Lo ha certificato l’Istat spiegando che i dati incorporano la revisione dei conti nazionali relativa al triennio 2013-2015, effettuata per tenere conto delle informazioni acquisite dopo la stima pubblicata a marzo. Nel 2014, invece, l’economia italiana è cresciuta dello 0,1%, uscendo così formalmente dalla recessione. Il Pil ha subito una revisione al rialzo di 0,4 punti percentuali rispetto alla diminuzione di 0,3 punti percentuali stimata sempre a marzo.
Sempre nel 2015 – conferma l’istituto di statistica – gli investimenti fissi lordi sono cresciuti dell’1,3%, i consumi finali nazionali dell’1%, le esportazioni di beni e servizi del 4,3% e le importazioni del 6%. Il valore aggiunto, a prezzi costanti, è aumentato del 3,7% in agricoltura, silvicoltura e pesca, dell’1,3% nell’industria in senso stretto e dello 0,4% nel settore dei servizi. Nelle costruzioni si è registrato, invece, un calo dell’1,2%.
Per l’insieme delle società non finanziarie, la quota di profitto è stata pari al 41% e il tasso di investimento al 19,3%. Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici ha segnato una crescita dello 0,9%, sia in valore nominale, sia in termini di potere d’acquisto. Infatti, i consumi privati sono aumentati dell’1,5%, mentre la propensione al risparmio delle famiglie è scesa all’8,3% (dall’8,9% del 2014). L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stato pari nel 2015 a -2,6% (-3% nel 2014), con un valore invariato rispetto alla stima pubblicata a marzo. Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) è stato pari all’1,5% del Pil.