Il saldo primario delle Amministrazioni pubbliche (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo, con un’incidenza sul Pil del 2,0%, a fronte dell’1,6% nel terzo trimestre del 2017. E positivo è stato altresì il saldo corrente, con un’incidenza sul Pil dell’1,1% (1,6% nel terzo trimestre del 2017). Nel quadro d’insieme vediamo poi chela pressione fiscale è risultata pari al 40,4%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Per quanto riguarda il reddito disponibile delle famiglie consumatrici, in termini nominali, vediamo che è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,3%. Di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici si è attestata all’8,3%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali in riferimento al trimestre precedente. A fronte di una variazione dello 0,3% del deflatore implicito dei consumi, il potere d’acquisto delle famiglie consumatrici è diminuito dello 0,2% rispetto al periodo antecedente all’analisi dei dati.
L’Istituto nazionale di statistica ha valutato poi la quota dei profitti sul valore aggiunto delle società non finanziarie, risultata pari al 41,4%, in diminuzione di 0,9 punti percentuali. Il tasso di investimento delle società non finanziarie, si è attestato infine al 22,2%, in aumentato di 0,1 punti percentuali rispetto a tre mesi prima. Le rilevazioni fatte dall’Istat sono estratte dai conti trimestrali dei settori istituzionali. I dati relativi alle Amministrazioni pubbliche sono stati commentati in forma grezza, mentre quelli relativi alle famiglie e alle società, in forma destagionalizzata