L’Istituto nazionale di statistica nella sua analisi sottolinea come l’aumento congiunturale dell’export coinvolga entrambe le principali aree di sbocco, con un incremento delle vendite maggiore verso i Paesi extraeuropei (+2,5%) rispetto all’area Ue (+2,1%). Negli ultimi tre mesi dello scorso anno vi è stata una dinamica positiva per entrambi i flussi (+2,4% per l’export e +3,6% per l’import) con le vendite di tutti i principali raggruppamenti di industrie in espansione, in particolare per i prodotti energetici (+20,6%) e per i beni di consumo non durevoli (+2,9%). Nei confronti dello stesso mese dell’anno precedente, a dicembre, sono cresciuti sia l’export (+5,7%) sia l’import (+6,1%). Le variazioni tendenziali sono risultate pari a +8,5% per l’export e +10,0% per l’import se corrette per i giorni lavorativi. L’espansione dell’export è da attribuire esclusivamente ai Paesi dell’area Ue (+3,0%) e vediamo che la flessione del valore delle importazioni (-1,4%) al netto dell’energia risulta in aumento (+1,5%). L’avanzo commerciale raggiunge i 51,6 miliardi (+78,0 miliardi al netto dell’energia). Nel 2016, i mercati più dinamici all’export sono Giappone (+9,6%), Cina e Repubblica ceca (+6,4% entrambe), Spagna (+6,1%) e Germania (+3,8%). E’ da sottolineare la forte crescita nell’anno delle vendite all’estero di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+6,8%), autoveicoli (+6,3%), mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+4,6%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+4,2%). Nel 2016, gli acquisti dalla Russia (-26,3%), come quelli di gas naturale e di petrolio greggio (rispettivamente -28,5% e -20,4%), sono invece risultati in forte calo.