Dall’indagine realizzata dal Sole 24 Ore sui dati estratti dall’Osservatorio prezzi del Ministero dello Sviluppo economico, Rimini è la città più cara e Milano la capitale delle offerte. Sono in molti a pensare che Venezia sia tra le città più costose della Penisola. Per questo può sorprendere che la città lagunare occupi soltanto il quattordicesimo posto nella classifica 2016 stilata dal Sole 24 Ore, con una spesa media annua di 4.022 euro. Prendendo come riferimento un paniere di 20 beni di prima necessità (tra questi olio, zucchero, farina, acqua e pane) il podio delle città più care va a Rimini, Ferrara e Ravenna. C’è tuttavia da dire che i valori medi non sempre corrispondono alla varietà dei prezzi che si presentano agli occhi di coloro che fanno la spesa, tant’è vero che il Sole 24 Ore ha stilato anche classifiche in base al prezzo minimo e massimo degli stessi beni di prima necessità. Così ecco che Milano può essere la città più cara per riempire il carrello con prodotti di altissima qualità ma, al tempo stesso la più economica per chi privilegia la convenienza dei discount. Le medesime classifiche si possono applicare di regione in regione e dando uno sguardo al Veneto vediamo che Belluno è la quarta città più cara d’Italia per quanto riguarda i beni a buon mercato (quelli cioè al prezzo minimo) che fanno totalizzare una spesa di 3.072 euro l’anno. Nella stessa categoria di prodotti Padova risulta essere la nona città più conveniente d’Italia, Rovigo (4.486 euro annui) è la sesta più economica, seguita da Vicenza in settima posizione (4.542 euro l’anno). I costi dei generi alimentari di prima necessità presentano un gap che va a rimescolare la geografia del carovita e sorprende come a Milano, dove una famiglia può spendere in un anno oltre 8.000 euro se acquista i prodotti al prezzo massimo, sia altresì la città in cui andando a caccia di offerte, consente di spendere tre volte in meno, con quelli che vengono considerati i prezzi minimi più bassi d’Italia.