“Ci ha lasciato un grande protagonista della storia politica culturale amministrativa del nostro territorio che insieme ad altri compianti casalesi ha dato un impulso notevole allo sviluppo del Monferrato”. Questo l’incipit del sindaco di Casale Monferrato nel suo lungo messaggio in ricordo del senatore casalese Riccardo Triglia, scomparso qualche giorno fa. Triglia, oltre alle tappe che hanno contrassegnato gli inizi della sua carriera politica in Consiglio comunale e in giunta a Casale, come esponente della Democrazia Cristiana e poi del Partito popolare, fu sindaco per una ventina d’anni del piccolo Comune di Coniolo, in Monferrato.
“Parlo di storia politica e culturale pensando a quella felice congiuntura che vide operare insieme uomini che vivevano la politica come un impegno e un atto d’amore e di dedizione alla collettività. Uomini come Riccardo Triglia, Riccardo Coppo, Paolo Ferraris per la Democrazie Cristiana, Salvatore Sanzone e Mario Scaiola per la Sinistra Casalese, fecero della nostra città un laboratorio politico di dialogo e di confronto aperto fondato sull’ascolto e sul rispetto reciproco.
In quel periodo, grazie al coraggio e, al contempo, alla concretezza di quegli uomini si sperimentarono nuove alleanze, anticipando di anni quello che avremmo chiamato poi compromesso storico o centro sinistra. Una scelta che garantì partecipazione e rappresentanza a tutte le forze democratiche, secondo una visione inclusiva e matura della democrazia, vista non come governo del più forte ma come governo capace di beneficiare del contributo delle minoranze nella gestione della cosa pubblica. Un’azione di governo improntata alla ricerca di ciò che unisce, alla cucitura paziente di storie e identità diverse, condotta con determinazione e pragmatismo, e soprattutto con la determinazione di chi sa che il progresso di una comunità è il risultato di un’azione corale, condivisa. Esattamente il contrario della demagogia populista di chi – in Italia e in Europa – costruisce consenso su ciò che divide e che spaventa.
Fu questo atteggiamento culturale che portò Riccardo Triglia a condividere con Coppo, Ferraris ed altri il disegno e il sogno di un territorio coeso intorno a Casale, di un comprensorio unito e più forte nell’affrontare le sfide della contemporaneità. Fondò l’associazione dei comuni del Monferrato proprio con questo intento, tenendo ben chiaro davanti a sé quell’obiettivo di unire e dar voce, e ne fece un luogo di riflessione, di formazione e d’innovazione costante. Strenuo difensore dell’autonomia dei piccoli comuni, Triglia promosse con convinzione le loro aggregazioni, consapevole che fosse l’unica via per garantire servizi di qualità e investimenti per sviluppo.
Con lo stesso impegno e dedizione ha svolto anche i più alti incarichi istituzionali. Dal Senato della Repubblica al Governo Ciampi, dall’impegno per le riforme istituzionali al lavoro al Consiglio d’Europa e all’ANCI, alla dedizione per sua comunità di Coniolo, Triglia ha rappresentato un punto di riferimento importante per tutti coloro che avevano a cuore il radicamento della democrazia sul territorio, l’equilibrio dell’articolazioni di governo a tutti i livelli, la vicinanza dello Stato alle comunità locali e al cittadino. In particolare la sua Presidenza dell’ANCI dal 1982 al 1992 fu fortemente innovativa e segnò la strada che tuttora pur tra mille difficoltà l’ANCI continua a seguire. Le linee guida che Triglia propose e realizzò furono determinanti affinché l’ANCI non fosse una scatola vuota ma un luogo di rafforzamento e di sostegno verso gli associati ‘super partes’ senza asservimento ai partiti politici.
Grazie al Presidente, Sindaco di un piccolo Comune si afferma il peso della mobilitazione pubblica dei Sindaci per intervenire su Governo e Parlamento per ottenere o modificare riforme nell’interesse dei cittadini e nel rispetto delle Autonomie Locali. La politica per Riccardo Triglia è stata la passione di tutta una vita, un sentimento così profondo e travolgente da aiutarlo a superare i limiti imposti dalla malattia anche nei giorni più difficili.
Il suo amore per il Monferrato lo ha reso capace di essere, fino agli ultimi giorni, una guida appassionata e presente nell’Associazione dei Comuni del Monferrato, un leader lucido e attento che affrontava il presente con la concretezza dell’amministratore e la forza di una vasta esperienza internazionale. Ancora all’ultima assemblea, a luglio, ha contributo con generosità e lungimiranza, rilanciando progetti d’innovazione amministrativa e tecnologica con un vigore ed un entusiasmo che le condizioni di salute non riuscivano a fiaccare.
Grazie Riccardo a nome di tutti i Sindaci del Monferrato e di tutti i nostri cittadini, addio Riccardo senza di te il nostro cammino sarà più difficile”.