Il Recovery Fund è “un’occasione unica e va sfruttata al meglio con giusto equilibrio tra istanze diverse, un’opportunità unica verso un punto di arrivo dal quale non possiamo esimerci”. Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, aggiunge che le scelte di oggi devono permettere all’Italia “di essere leader nel mondo tra 10 anni”. Alla presentazione del rapporto ASviS, Cingolani sottolinea che non basta la “transizione ecologica, ma serve anche una transizione burocratica”, perché, “possiamo avere idee fantastiche ma dobbiamo avere regole che ci permettano” di realizzarle.
“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la Legge di Bilancio 2021 e lo sviluppo sostenibile”: tra le principali criticità del PNRR messe in luce dal Rapporto ASviS (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile), c’è la mancanza di un’indicazione sulle priorità delle riforme necessarie e il richiamo sistematico alle raccomandazioni del Semestre europeo 2019 e 2020 e assenza di un allineamento ai nuovi target climatici europei. Per il ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, l’Italia ha 5 priorità: le reti a banda larga e l’accesso alle reti, la sanità, la riforma della Pa, scuola e ricerca, cybersecurity. Colao sottolinea che sulle le reti a banda larga e l’accesso “stiamo lasciando indietro parti del Paese”. Durante la pandemia – osserva Colao – “abbiamo tutti imparato a lavorare da remoto ma c’e’ il rischio che questo allarghi la distanza in alcune aree” e ciò accade anche per la sanità: “Stiamo lasciando fuori delle aree del Paese. Non è accettabile. Forse dovremmo spendere di più di quanto previsto, ma soprattutto dobbiamo realizzare, non possiamo più perdere tempo”. Inoltre per Colao “non ci sarà vera transizione digitale e probabilmente neanche ecologica se non leghiamo la questione tecnologica a quella giovanile”.
Nel Rapporto ASviS si evidenziano anche le criticità del mancato approfondimento di obiettivi fondamentali come la giusta transizione, il piano Garanzia Giovani, l’Agenda europea delle competenze. Sono ancora assenti temi fondamentali come la perdita di biodiversità, l’adattamento ai cambiamenti climatici, la riduzione dell’inquinamento, e si ricorda che il PNRR dovrebbe destinare almeno il 37% dei fondi alla transizione verde e per il 100% dei fondi si deve rispettare il principio di non nuocere in modo significativo all’ambiente. Manca inoltre una valutazione complessiva dei risultati attesi in termini di sostenibilità e impatto duraturo nel tempo delle scelte del PNRR, di coesione sociale e riduzione delle disuguaglianze.
Tra le principali proposte per contribuire alla revisione del Piano attualmente in corso, per indirizzare tutte le risorse in un’ottica disviluppo sostenibile, l’Asvis indica la necessità di adottare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, sia per definire la governance verticale e orizzontale del Piano, sia per monitorarne e verificarne i risultati, in piena conformità anche con quanto previsto dal Semestre europeo.
“Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 rappresentano un quadro di riferimento fondamentale affinché il PNRR risulti sistemico e coerente, in linea con il nuovo corso delle politiche europee e, in particolare, del Next Generation EU. È importante che le azioni a breve termine siano motivate da obiettivi di lungo periodo, come chiede la Commissione europea”, sottolinea il Presidente dell’ASviS, Pierluigi Stefanini. “Chiediamo che all’integrazione del PNRR partecipi la società civile, come richiesto dalle linee guida della Commissione”, aggiunge Stefanini. “L’ASviS e le oltre 290 organizzazioni aderenti sono disponibili a contribuire al dibattito e sottolineano la necessità di adottare una visione integrata del futuro”.
Si spiega inoltre che “benché al tema della Salute sia dedicata un’intera Missione del Piano, appare evidente la carenza di una prospettiva di lungo termine, che si rispecchia nell’assenza d’indicazioni per una riforma sistemica del modello di politica sanitaria e di promozione del benessere. Anche rispetto alle risorse stanziate, il Piano propone un approccio insufficiente, in quanto il totale è non solo inferiore rispetto alle altre Missioni (9% del totale), ma del tutto inadeguato rispetto a quanto stimato come necessario sulla base delle analisi delle necessità economiche del settore”.
Il PNRR deve essere una componente fondamentale della ripresa dalla crisi, ma risulta incompleto. Non tratta, per esempio, il tema della connettività dedicata in sede d’impresa, che sarebbe il giusto complemento alle misure vigenti Industria 4.0/Transizione 4.0, nonché la R&S sotto il profilo occupazionale, con dovuta importanza al ruolo delle nuove generazioni del “digital make” come vero elemento di traino per l’economia nazionale.
Per il Rapporto ASviS bisogna comunque valutare positivamente l’aver incluso il tema della coesione territoriale tra gli aspetti trasversali del Piano, anche se non sono stati destinati i fondi necessari per poter effettuare il cambiamento di passo richiesto dall’Agenda 2030.
Fonte: Asvis