Il potere d’acquisto delle famiglie rialza timidamente la testa. Considerata l’inflazione, nel 2015 è aumentato dello 0,8%, pur registrando alti e bassi. Nel quarto trimestre, infatti, si è ridotto dello 0,7% rispetto al trimestre precedente, cresciuto invece dello 0,9% rispetto al quarto trimestre del 2014. L’anno scorso, gli investimenti fissi lordi delle famiglie consumatrici sono aumentati dello 0,5% e il tasso d’investimento (definito dal rapporto tra investimenti fissi lordi delle famiglie consumatrici, che comprendono esclusivamente gli acquisti di abitazioni, e reddito disponibile lordo) è rimasto stabile, rispetto al 2014, al 6,2%. Nel quarto trimestre del 2015, il tasso d’investimento delle famiglie consumatrici è stato pari al 6,2%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e invariato rispetto al corrispondente trimestre del 2014. Come sempre, i nuovi dati hanno suscitato interpretazioni di opposto segno. L’aumento appare insufficiente e al di sotto delle aspettative, secondo il Codacons. “Il potere d’acquisto non poteva che aumentare, dopo anni di continua diminuzione che hanno fortemente impoverito le famiglie”, spiega il presidente Carlo Rienzi. Tuttavia l’incremento dello 0,8% “è ancora insufficiente a colmare l’enorme gap con il passato: dal 2007 al 2014, infatti, il potere d’acquisto degli italiani è calato del 12%, e i consumi nello stesso periodo si sono ridotti per un importo pari a 80 miliardi di euro”. Improntati all’ottimismo, invece, i commenti espressi dalle forze politiche di maggioranza.