Migliorare la qualità dell’acqua potabile, contrastare le dispersioni reali di rete sostituendo i tratti danneggiati, abbattere la presenza di azoto e fosforo, rendere il sistema più efficiente riducendo i costi di gestione, ammodernare diversi tratti di fognatura. Questi gli obiettivi prioritari che saranno perseguiti da 60 interventi da realizzare in Piemonte nel quinquennio 2020-2025, grazie a un accordo di programma sottoscritto da Ministero dell’Ambiente, Regione e dai sei Enti di governo d’ambito territoriale ottimale in cui è suddivisa la Regione. Un piano ambizioso che prevede l’investimento di 88 milioni che saranno erogati dal Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020 (Piano operativo Ambiente, sotto-piano “Interventi per la tutela del territorio e delle acque”) nella misura di 33.540.000 euro, e dai gestori del servizio nella misura di 54.730.000 euro attinti dai proventi della tariffa del servizio idrico integrato. 105 i Comuni coinvolti, con una popolazione di circa 450.000 persone. “Si tratta del più importante intervento di sostegno pubblico alla manutenzione su acquedotti e impianti di depurazione degli ultimi cinque anni – ha dichiarato l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati, nel corso della presentazione svoltasi il 2 gennaio nel palazzo della Regione – L’Italia è il secondo Paese al mondo dopo la Cina, sebbene con grande distacco, per l’inquinamento da fosforo. In Piemonte la situazione è critica soprattutto nelle province di Cuneo, Asti e Alessandria, dove ci sono allevamenti intensivi. Azoto e fosforo fanno proliferare le alghe in modo abnorme, il che riduce l’ossigeno e soffoca i pesci e la flora autoctona, che in salute contribuirebbe al mantenimento degli argini. Investendo in tecnologia puntiamo a ripristinare un ambiente sano e a reinvestire in nuove infrastrutture quanto si andrà a recuperare in termini di minori costi per la manutenzione sulle reti idriche”.
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