“Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il Dpcm sulla costituzione dell’Unità di Coordinamento per la riduzione dell’onere del debito degli enti locali – annuncia con estrema soddisfazione Laura Castelli, Viceministro del Mef – dando così avvio una operazione di portata storica, mai realizzata prima, cui abbiamo lavorato con grande determinazione e intensità in questi anni. Finalmente, i Comuni potranno liberare risorse importanti da destinare a maggiori investimenti e alla spesa sociale”.
In effetti, la rapida discesa degli interessi, per la contrazione dei mutui destinati agli investimenti degli enti locali, ha reso particolarmente oneroso il servizio del debito dei mutui contratti pochi anni fa, ovvero una spesa per interessi ormai disallineata con gli attuali andamenti dei mercati finanziari. Di conseguenza, ciò che è possibile per una famiglia italiana, la surroga del proprio muto, si dimostra un’operazione non facilmente realizzabile per un Comune italiano, a causa delle penalità previste per l’estinzione anticipata. Non solo. Ai Comuni non è consentito costituzionalmente d’indebitarsi per ristrutturare il proprio debito, poiché questa operazione è consentita solo per le spese d’investimento.
Con l’accollo del debito a carico dello Stato, invece, gli enti locali pagheranno le rate di ammortamento a quest’ultimo, ma a sua volta lo Stato, non avendo i limiti contabili dei Comuni, potrà rinegoziare il complesso dei mutui. Verranno estinti quindi i vecchi mutui con apertura di nuove posizioni, ma con oneri finanziari complessivi minori. Dovrebbe essere la quadratura del cerchio. Risparmiano i Comuni, risparmia lo Stato. Risparmiano soprattutto i cittadini.